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Coronavirus, Zaia: “Fate il pranzo di nozze prima della cerimonia. Così aiutate i ristoratori”

Intanto per contrastare il contagio la Regione Veneto sta contattando i 2.450 veterinari presenti sul territorio per coinvolgerli nell'attività di effettuazione dei tamponi

Pubblicato:04-11-2020 13:12
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:10

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VENEZIA – “Faccio un appello, visto che non si possono fare le cene, fate i pranzi. È un modo per sostenere i ristoratori, è un’economia”. Lo afferma il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, oggi in conferenza stampa dalla sede della Protezione civile regionale, a Marghera. “Ad esempio ho sentito che c’è chi si organizza per fare il pranzo prima della cerimonia visto che dopo non si può“, spiega Zaia riferendosi ad matrimoni.

VENETO RECLUTA VETERINARI PER FARE I TAMPONI

“Il contact tracing è in difficoltà” e la Regione Veneto sta contattando i 2.450 veterinari presenti sul territorio per coinvolgerli nell’attività di effettuazione dei tamponi. Lo annunicia il presidente della Regione Veneto. “L’uomo è un mammifero e i veterinari sono abituati a fare i tamponi su altri mammiferi“, spiega Zaia sostenendo che i veterinari non avrebbero sostanzialmente bisogno di una particolare formazione. “Se sono disponibili gli forniamo materiale per fare i tamponi, abbiamo bisogno di tutti per fare i tamponi”, conclude Zaia.

FIDUCIOSO CHE VENETO SARÀ IN FASCIA VERDE

Il Veneto rimarrà in fascia verde. O almeno così spera il presidente della Regione Luca Zaia, che oggi chiude la quotidiana conferenza stampa dalla sede della Protezione civile regionale affermando “vedrete, ci andrà bene“. 


Di fatto, però, al momento “non abbiamo notizie, attendiamo chiarimenti che dovrebbero arrivare nel primo pomeriggio”, spiega Zaia. Per quanto riguarda l’impianto della diversificazione per fasce, “l’abbiamo approvata in conferenza Stato-Regioni, permette a tutti noi di avere dei riferimenti”, continua poi il presidente del Veneto, che ritiene però che sia fondamentale “il contraddittorio delle Regioni”, e che ci debba quindi essere un confronto prima dell’identificazione della fascia di appartenenza. Ciò premesso, “il colore della fascia uno se lo deve meritare“, e se oggi il Veneto dovesse effettivamente rimanere in fascia verde, questa “non deve essere considerata come un semaforo verde”, ma bisogna invece che ognuno faccia la sua parte perché non si passi alla fascia arancione. “Sia chiaro, ogni passaggio di fascia, qualsiasi sia il punto di partenza, porta a maggiori restrizioni“. Per quanto riguarda un’eventuale ordinanza regionale che vada ad esempio a inasprire le restrizioni in alcuni territori che hanno una situazione epidemiologica più grave, come potrebbero essere le province di Treviso e Belluno, al momento Zaia non sembra propenso. “Attendiamo che ci attribuiscano la fascia, poi potrà essere che serva un’ordinanza che avrà più che altro l’obiettivo di chiarire le misure, sarà chiarificatoria”.

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