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Traffico Bologna, Priolo: “Andare oltre i Tdays, ecco come”

Priolo guarda alle "grandi zone pedonali frammentate" che ci sono a Padova

Pubblicato:04-11-2016 14:21
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:15

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merola-prioloBOLOGNA – E’ ora che la città di Bologna cominci a lavorare per andare “oltre i T-Days”, immaginando zone pedonali più ampie, magari non solo per il fine settimana e non solo il centro, ma che non prevedano un’interruzione completa del trasporto pubblico e perfino senza escludere l’ipotesi di corridoi per i mezzi privati, che non intralcino la pedonalità complessiva. E’ la ricetta dell’assessore alla Mobilità, Irene Priolo, che oggi in commissione ha affrontato la discussione di un ordine del giorno presentato dalla Lega nord con l’obiettivo di ridurre la pedonalizzazione dell’area ‘T’ durante i fine settimana. Per la leghista Lucia Borgonzoni, ad esempio, i T-Days potrebbero partire dal sabato pomeriggio, visto che “la mattina non c’è tutta questa gente che passeggia”. Inoltre, dopo la mezzanotte il provvedimento potrebbe essere sospeso, anche per “rendere più facili gli spostamenti da una parte all’altra della città” e favorire il rifornimento delle attività commerciali. “Mi chiedete se sono disponibile a ragionare sul sabato mattina o sulla sera? No, non sono disponibile a farlo se- è il paletto di Priolo- contemporaneamente non si porta avanti un altro progetto, perchè vorrebbe dire tornare indietro e non fare un salto di qualità”. In altre parole: “Non si può lavorare ad una diminutio dei T-Days se non c’è un progetto di rilancio”. Questo vuol dire che si può andare “oltre i T-Days”, specifica l’assessore.

bologna_torriServe, per Priolo, un “lavoro avanzato che apra una riflessione importante su altre parti della città“; serve “un confronto vero per capire come si possa lavorare ad una pedonalità che non sia soltanto nei fine settimana e apra un discorso serio e permanente su altre zone”, che possono diventare “luoghi di trasformazione urbana e quindi maggiormente appetibili e di qualità per tutta la città”. Su questo la città “è matura”, assicura Priolo, “ci sono le condizioni per lavorare ad un progetto di qualità urbana diffusa”, attraverso innanzitutto una “mappatura della città che tenga in considerazione la possibilità di un accesso permanente al trasporto pubblico, che diventi promiscuo alle zone pedonali”. Questo per dar vita ad una “pedonalità di grande qualità che consenta, però- aggiunge l’assessore- di non interrompere il trasporto pubblico locale e quindi l’accessibilità permanente ai centri urbani”. Il punto è “non lavorare per microcontesti, non c’è una chiusura al ragionamento”, sottolinea Priolo, ma semmai la volontà di aprire “un ragionamento più complesso”. E’ un lavoro “che dobbiamo fare e l’ho già avviato internamente”, rivela Priolo, intenzionata ora ad aprire “un tavolo trasversale”. Ricapitolando, dunque, l’idea prevede la possibilità di creare pedonalizzioni più ampie– sintetizza Priolo a margine della commissione- a partire dal centro” ma, a quel punto, in teoria anche fuori. Con un approccio che non necessariamente debba limitarsi al weekend, ma anche permanente se ci sono le condizioni“, dice Priolo.

L’esempio che fa l’assessore è quello di Padova: lì ci sono “grandi zone pedonali frammentate“, che prevedono magari “una grande via pedonale” servita però da “zone di transito del trasporto pubblico”. Dunque, i mezzi “non è detto transitino lungo quella via” senza auto “ma in quelle che intersecano il centro pedonale”, immagina l’assessore, intenzionata anche a capire come si possano inserire in un contesto del genere delle “vie che consentano al privato di passare senza intralciare la pedonalità”. In conclusione, il messaggio di Priolo è: “Non ritorniamo agli errori del passato, facendo un provvedimento su un contesto senza avere una visione generale, trasversale e che deve coinvolgere tutti”. Sull’apertura di un progetto di più ampia portata è disponibile anche l’ex assessore Andrea Colombo, che boccia però l’ipotesi di inserire in questo percorso una modifica dei T-Days attuali: “Non si tocchino e non si torni indietro sulla ‘T’“, perchè è “indispensabile mantenere un provvedimento ormai entrato pienamente nelle abitudini dei cittadini così com’è”. Detto questo, si può “partire da questa esperienza positiva per diffondere e portare anche altrove i benefici economici, sociali e culturali che dopo questi quattro anni le pedonalizzazioni hanno dimostrato di portare”: un’esperienza da “esportare” anche fuori dal centro, afferma Colombo, “in forma temporanea o permanente”.


di Maurizio Papa, giornalista professionista

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