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Donne, da Genova parte il progetto “100 esperte”

Le donne si laureano di più degli uomini e con voti più alti, ma occupano posizioni apicali molto meno degli uomini. E ancor meno vengono interpellate dai media

Pubblicato:04-11-2016 13:23
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:15

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aiuto donneGENOVA – È online da ieri il sito www.100esperte.it, una banca dati che raccoglie nomi e curricula di esperte per favorire la visibilità delle donne come fonti di sapere nei media e nei dibattiti pubblici. Dopo il lancio ufficiale a Roma nel giugno scorso, il progetto è stato presentato ufficialmente a Genova nell’ambito del Festival della Scienza, nella Sala del Minor Consiglio di Palazzo Ducale. “Abbiamo cercato di dare importanza alle carriere femminili- spiega alla Dire la giornalista Giovanna Pezzuoli, ideatrice del progetto attraverso la rete Gi.U.Li.A. (Giornaliste Unite Libere Autonome)- perché normalmente nei media le donne come esperte vengono raramente interpellate, al massimo come voci dell’opinione popolare. Gli esperti sono i soliti uomini, interpellati nell’80% dei casi“. Prima del sito, esisteva già un elenco cartaceo delle eccellenze del sapere al femminile.

esperte_donneSecondo i risultati del “Global Media Monitoring Project 2015”, longevo progetto di ricerca sulla visibilità delle donne nei mezzi d’informazione, i media italiani danno molta più visibilità agli uomini che alle donne: 79% contro 21%. In particolare, tra gli esperti le fonti femminili sono soltanto il 18%. “Dell’area Stem (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) che abbiamo preso in considerazione per prima- specifica Pezzuoli- le donne esperte interpellate sono appena il 10% dei colleghi maschi. A partire da questo settore, abbiamo cercato di individuare nel nostro paese le eccellenze femminili e abbiamo realizzato una sorta di banca dati con profili di donne autorevoli, competenti e appassionate nel proprio lavoro”. L’obiettivo è rivolgersi soprattutto a giornaliste e giornalisti, ma anche alle istituzioni, alle scuole, alle associazioni, agli organizzatori di eventi, che possono trovare con una ricerca molto semplice le esperte per i settori di interesse.

S. Cristoforetti

S. Cristoforetti

Le donne si laureano più degli uomini e con voti più alti– ricorda la giornalista- ma non si sa perché nei posti apicali troviamo sempre gli uomini”. Un tema su cui riflette anche Ewelina Jelenkowska-Luca’, capo settore stampa e media della Rappresentanza in Italia della Commissione europea: “L’eguaglianza di genere- ricorda- è principio su cui l’Europa si fonda fin dalla nascita. Ma tra principio e realtà spesso c’è il mare di mezzo. Più della metà delle donne in Unione Europea si laurea ma solo il 5% è amministratore delegato di un’azienda“. Non è un caso che la presentazione del sito sia stata fatta proprio ieri, giorno in cui cadeva “la giornata della parità di remunerazione- spiega Ewelina Jelenkowska-Luca’- questo vuol dire che fino alla fine dell’anno le donne lavoreranno gratis perché guadagnano in media il 17% degli uomini. L’anno scorso questa data cadeva il 2 novembre: di questo passo la parità si raggiungerà nel 2086“.


Il progetto 100esperte.it è realizzato dall’Osservatorio di Pavia Media Research e dall’associazione Gi.U.Li.A. con la partnership tecnica del Centro Genders (Gender & Equality in Research and Science) dell’Università degli Studi di Milano, e di Wikimedia Italia, in collaborazione con la Fondazione Bracco e con il sostegno della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea. Il progetto gode del patrocinio non oneroso del Consiglio nazionale dell’ordine dei giornalisti, della Rai, della consigliera nazionale di Parità, istituita presso il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, e del sostegno delle associazioni Wister e Stati Generali dell’Innovazione. “In futuro- conclude Pezzuoli- speriamo di allargare il database ad altre discipline, come l’economia e la finanza. Altro obiettivo è di rendere tutte le nostre esperte “wikipediane” dando loro la giusta visibilità, visto che in passato alcune pagine ci sono state cancellate perché considerate non troppo enciclopediche a causa della scarsa visibilità sui media delle esperte”.

di Simone D’Ambrosio, giornalista

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