sabato 15 Novembre 2025

FOTO | VIDEO | Roma ‘invasa’ per la Palestina, tre chilometri di manifestanti

Ci sono famiglie, ragazzi e ragazze, tanta gente che di solito non scende in piazza. La Flotilla ha saputo parlare a un mondo che di politica s'interessa poco

ROMA – Un mare di persone. Talmente tante che quando la testa del corteo arriva a San Giovanni, intorno alle 16, c’è ancora chi deve partire da porta San Paolo. Tre chilometri di corpi umani. Di bandiere, striscioni, colori, cori. Mentre Giorgia Meloni e il centrodestra s’indignano per la statua di papa Wojtyla, il Colosseo fa da sfondo a un’onda di migliaia di persone. “Fascista”, ha scritto qualcuno sul mantello del pontefice. Proprio oggi, dopo che da giorni e giorni quell’opera è il punto di raccolta di un presidio permanente per il popolo di Gaza. L’hanno vestito anche con una bandiera della Palestina, mercoledì notte quando la gente si è riversata nel centro di Roma dopo l’assalto israeliano alla Flotilla.

A sfilare nel centro della capitale arrivano da tutta Italia. C’è talmente tanta gente a porta San Paolo che la testa del corteo viene fatta muovere lungo viale Aventino. “Non siamo ancora partiti”, precisano gli organizzatori dal camion che apre il corteo, ma c’è da fare spazio agli uomini e alle donne che ancora stanno arrivando all’appuntamento indetto dal Movimento degli studenti palestinesi e a cui hanno aderito anche Usb, Cgil, Anpi, Arci e i collettivi universitari e studenteschi.
Intanto, con la metro Piramide chiusa, la folla scende al Circo Massimo e arriva giù incrociando la testa della manifestazione. Un flusso a due direzioni, tra gli applausi di chi guarda senza unirsi. I negozi, i bar e i ristoranti sono tutti aperti lungo il percorso. Anche chi non partecipa tira fuori lo smartphone e riprende l’immenso serpentone. “Free Palestine”, cantano. “Palestina libera, dal fiume fino al mare”, anche.

Ci sono famiglie, ragazzi e ragazze, tanta gente che di solito non scende in piazza. La Flotilla ha saputo parlare a un mondo che di politica s’interessa poco. L’avventura in mezzo al mare ha fatto breccia tra gli studenti e le studentesse. La bandiera col pirata, presa in prestito dal manga giapponese ‘One piece’, è sventolata lungo il percorso.

Da giorni qualcuno aspettava i disordini, i violenti. Non c’è nulla. Niente di niente. Qualche sbavatura. Lo striscione che inneggia al 7 ottobre “giornata della Resistenza palestinese”. La bandiera e i canti “Death death to the Idf”. Qualcuno intona il coro “assassino” rivolto a Matteo Salvini e “assassina” per Giorgia Meloni. Qualche insulto anche alla volta di Antonio Tajani. Ma sono in pochi, i cori non attaccano. Nel tardo pomeriggio, quando è già iniziato il deflusso, un centinaio di incappucciato prova a alzare il livello dello scontro, rompendo una vetrina su via Labicana. Interviene la polizia, mentre i responsabili vengono fischiati e cacciati dal corteo: “Non c’entrate niente con la manifestazione”.

Per il resto sembra un primo maggio. C’è una banda che suona di fronte al Colosseo. Chi passa balla e batte la mani. Va fortissimo “Enola Gay”, la hit del 1980 firmata Omd. Il brano prende il nome dal caccia bombardiere che sganciò la bomba atomica su Hiroshima. Qualche mese fa il dipartimento della Difesa americana, appena insediato Trump, ha cancellato dal sito ufficiale l’immagine del velivolo: “Il nome richiama all’omosessualità”.
Alcuni pullman, denunciano gli organizzatori, sono stati fermati alle porte di Roma per perquisizioni e identificazioni. “Per essere chiari con tutti i giornalisti presenti, questi cortei appoggiano la legittima resistenza armata del popolo palestinese”, gridano dal camion che apre il corteo. Una ragazza prova a coinvolgere tutti e tutte nel coro “giornalista terrorista”, ma il suo appello cade nel vuoto. Di politici se ne vedono pochi. C’è Nicola Fratoianni di Avs, c’è Marco Croatti dei Cinquestelle, che era a bordo della Flotilla. Giuseppe Conte, di ritorno dalla campagna elettorale, dà forfait per “una indisposizione”.

Quando il corteo arriva a San Giovanni due bandiere della Palestina vengono fatte sventolare dall’alto di un palazzo, tra gli applausi della folla. C’è ancora gente che deve partire da Piramide. Le vie laterali sono piene, anche chi cerca percorsi alternativi s’imbatte nella folla. La gente in piazza continua a sorridere, si abbraccia, scatta foto. C’è chi s’interroga su cosa succederà dopo. Non solo per la novità del piano di pace presentato da Donald Trump, ma cosa sarà di tutta l’energia, la forza e la presenza di queste manifestazioni. Da quel lunedì 22 settembre in cui Roma si è riempita per la prima volta a oggi, quando tutta Italia s’è srotolata lungo il centro di Roma. Un corteo più lungo del weekend.

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