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Lewis Hamilton come testimonial, ma il Mozambico non va a tutto gas

Il Paese va al voto, nonostante un conflitto civile; mentre le multinazionali si preparano a fare affari e la Formula 1 prepara un accordo con il Ruanda per un nuovo Gran premio africano

Pubblicato:04-10-2024 18:54
Ultimo aggiornamento:04-10-2024 19:26

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(Foto credits profilo X Unhcr Mozambico)

ROMA – Le dune di sabbia bianca dell’isola di Bazaruto, in un mare cristallino dove osano tartarughe marine e dugonghi, e il campo di terra rossa di Maratane, dove migliaia di donne e bambini cercano riparo dagli scontri armati che infiammano il nuovo eldorado del gas del Mozambico. Tappe di un viaggio estivo che Lewis Hamilton, sette volte campione del mondo di Formula 1 e futuro ferrarista che non rinnega radici africane, sta ancora “digerendo”. Parole sue, pronunciate di ritorno da un tour che lo ha portato prima in Benin, il Paese dal quale sarebbero stati costretti a partire lontani antenati, poi in Sudafrica e infine in Mozambico. Tappa dei paradossi per eccellenza, quest’ultima, con progetti multimiliardari e conflitti aperti, affrontata dal pilota con spostamenti vip in elicottero a poche settimane dalle elezioni presidenziali e parlamentari che si terranno mercoledì prossimo, il 9 ottobre. Bazaruto, dunque, e poi Maratane, dove Hamilton è stato ospite dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr).

VITA DURA NEL CAMPO PROFUGHI DI MARATANE

“La vita lì è dura e le persone più colpite sono donne e bambini” ha raccontato Hamilton, citato da The Guardian e altre testate. “Non ci sono molti uomini perché o sono stati uccisi o costretti a combattere in zone di conflitto”. Gli scontri si concentrano nella provincia di Cabo Delgado e contrappongono l’esercito a gruppi di ribelli, islamisti noti anche come Al Shaabab, “giovani” in arabo. La posta in palio sono i proventi dei ricchi giacimenti di gas affidati in concessione alle multinazionali, dalla francese Total Energies all’americana ExxonMobil all’italiana Eni.


ELEZIONI CON L’ETERNO FRELIMO

A Maputo al potere resta il Frente de Libertacao de Mocambique (Frelimo), che alle elezioni del 9 ottobre punta su un nuovo candidato presidente, Daniel Francisco Chapo. Ed è convinto di farcela: nonostante la crescente popolarità dell’oppositore anti-corruzione Venancio Mondlane e nonostante gli stessi dati della Strategia nazionale di sviluppo non raccontino successi. Tra il 2015 e il 2023, dopo le scoperte dei giacimenti, si calcola che la quota di mozambicani sotto la soglia della povertà sia salita dal 46 al 65 per cento.

LA MALEDIZIONE DELLE RISORSE

E ci sono poi i soliti sospetti, non solo su “maledizioni del petrolio” vere e presunte ma anche su Hamilton. Il campione ha chiesto in più occasioni di inaugurare un nuovo gran premio in Africa e ha citato in particolare le opportunità offerte dal Ruanda. Il Paese ha già avanzato una proposta definita “seria” dal chief executive della F1, Stefano Domenicali, che è stata al centro di un incontro a settembre. Ed ecco la connessione con il Mozambico, nonostante i due Paesi geograficamente non confinino: il Ruanda è gradito ai mercati internazionali per il suo intervento militare al fianco dell’esercito di Maputo a garanzia della sicurezza dei giacimenti di Cabo Delgado. Proprio la regione visitata da Hamilton dopo la vacanza a Bazaruto.

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