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ROMA – “L’intelligenza artificiale non è soltanto l’ultima delle innovazioni tecnologiche che impattano sul lavoro. È anche una rivoluzione che stravolge le modalità del mercato del lavoro“. È quanto ha affermato Francesco Rotondi, giuslavorista e consigliere esperto Cnel, curatore con Armando Tursi del volume ‘Il lavoro non sarà mai più come prima’ edito da Gruppo24Ore. La presentazione del libro è stata l’occasione per aprire un dibattito al Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro con rappresentanti istituzionali e aziendali, e alla presenza di Renato Brunetta, presidente del Cnel. L’ennesima tavola rotonda su lavoro e AI? Non questa volta. Proprio Brunetta ha dichiarato (e mantenuto) la volontà di non dover dividersi tra i due filoni tipici dei dibattiti sulle nuove tecnologie. “Da una parte le prospettive ottimistiche e dall’altra quelle distopiche. Nessuno può fare previsioni- ha precisato Renato Brunetta- e anche le statistiche ormai contano poco. Occorre una visione critica, basata sulle buone pratiche aziendali, e soprattutto riflettere sulle nuove regole per la contrattazione“. Per il presidente del Cnel la ricetta per affrontare le sfide dell’AI è investire sulla contrattazione “base esistenziale del buon funzionamento di ogni mercato”. Lo afferma nel luogo che è la “casa dei corpi intermedi e l’archivio dei contratti nazionali”.
La presentazione, infatti, si è svolta nella prestigiosa Sala Marco Biagi, il luogo delle assemblee plenarie tra Stato e Parti Sociali in materia di lavoro. Oltre ai due autori del libro – Francesco Rotondi che è, inoltre, fondatore e Managing Partner dello studio legale LabLaw e Armando Tursi, avvocato cassazionista e ordinario di diritto del lavoro nell’Università Statale di Milano, anch’egli Partner di LabLaw – hanno partecipato il sottosegretario di Stato al ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Claudio Durigon e il segretario generale Cnel Massimiliano Monnanni. Dal mondo aziendale: Roberto Mattio, vicepresidente vicario di Aidp (Associazione Italiana per la Direzione del Personale) e direttore delle Risorse Umane del Gruppo Pininfarina, Francesca Manili Pessina, Epv Human Resources and Facility Management di Sky Italia, il vice president Human Resources del gruppo Bosch Roberto Zecchino. A moderare Giorgio Pogliotti, giornalista de Il Sole24Ore.
Il titolo del libro, precisa Francesco Rotondi, non è una domanda bensì un’affermazione che non dovrebbe più suscitare sorpresa. Che il lavoro stesso, inoltre, non sarà più come prima è, per gli esperti, una constatazione dal valore storico: “Il lavoro è sempre stato movimento, legato alle tecnologie a disposizione. Oggi, però- sottolinea il giuslavorista- l’AI è un modello che sta cambiando i processi e la vita stessa. Per questo va ripensato l’impianto contrattuale, senza confondere la norma con i valori. La norma del lavoro subordinato è figlia di un patto sociale: i patti che oggi sono messi in discussione dalla naturale evoluzione storica. E lo stiamo già facendo: smartworking, blockchain e processi organizzativi diversi, mansionari fuori dai contratti ordinari. Ecco perché dobbiamo guardare al prossimo futuro con una visione olistica e smettere di considerare il progresso divisivo. Come può esserlo? Fin dagli albori la tecnica e la tecnologia ci hanno permesso di cambiare il mondo”.
Come ha ricordato Renato Brunetta, tuttavia, la realtà complessa è “risolta” spesso schierandosi. Stiamo con gli Stati Uniti che lasciano campo libero al mercato, senza regole, o con l’Europa che pretende (giustamente) norme e cautela? A differenza di altre materie, nel campo della AI per il presidente Cnel la regolazione è necessaria: “Per distribuire i guadagni, per includere, per garantire equità, al fine della coesione sociale. Serve però un nuovo paradigma salariale e occupazionale, che tenga conto anche dei robot, della quantistica applicata, delle nuove competenze, così come dei conflitti emergenti”.
Alla presentazione hanno partecipato i responsabili delle risorse umane e dei processi di innovazione sul tema di primarie società internazionali, dalle comunicazioni all’IT, alcuni dei quali sono presenti con un loro contributo anche nel libro. Dalle loro buone pratiche aziendali i suggerimenti per governare il cambiamento, tra queste il reskilling e la formazione qualificata, come ha sottolineato il sottosegretario Durigon. E un accenno finale al tema caldo di questi giorni: salario minimo, sì o no? Per Durigon, la norma bocciata nel DDL discusso il 1° ottobre alla Camera è la premessa per migliorare la contrattazione. “Normare il salario minimo- ha specificato Rotondi- equivale a delegittimarlo. Concorda perciò con il presidente Brunetta che ha affermato, concludendo, che “le norme debbano venire dai contratti: il legislatore arriva dopo e guai a fare l’inverso”.
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