ROMA – Raggiunti 50 centri medici su tutto il territorio nazionale, circa 700 neurologi coinvolti, 615 follower, 14.932 impression, 11.777 account raggiunti, 34 contenuti pubblicati, con oltre 55.000 persone raggiunte e 125 risposte ricevute sulla pagina Instagram di ‘Sintomizziamoci’. Sono i numeri conseguiti in circa quattro mesi di campagna.
Numeri che parlano chiaro, che fotografano una sfida vincente quella lanciata a maggio con la campagna di sensibilizzazione e informazione ‘Sintomizziamoci’, ideata per sintonizzare pazienti e medici sui sintomi della sclerosi multipla (Sm). La campagna, ideata da Thenewway, per Almirall, ha attribuito per la prima volta un suono ai sintomi silenti e sintonizzato così pazienti e medici. Due i luoghi privilegiati grazie ai quali la campagna si è sviluppata: la pagina social https://www.instagram.com/sintomizziamoci/, online dal 16 maggio, per sensibilizzare e informare le persone con Sm su obiettivi e mission del progetto, e i centri medici disseminati su tutto il territorio nazionale, dove informare e sensibilizzare i neurologi affinché la comunicazione tra clinici e pazienti fosse puntualmente ‘sintonizzata’, in particolare sulla identificazione dei sintomi.
Lo strumento metaforico che la campagna di informazione e sensibilizzazione ‘Sintomizziamoci’ ha scelto per dar voce alla sclerosi multipla è stata la musica, o meglio il suono nella sua funzione di linguaggio universale che unisce e diventa portavoce di messaggi importanti. “L’obiettivo cardine di questa campagna- ha dichiarato il general manager Almirall, Marco Caraglia– è migliorare la qualità della vita delle persone con Sm dando voce ai sintomi silenti, considerato che sono riferiti ai medici meno del 20% dei sintomi avvertiti”. “Lo abbiamo fatto attraverso la realizzazione di workshop, video testimonianze, video pillole degli esperti protagonisti, di suoni realizzati ad hoc dal musicista e sound designer Chicco Santulli– ha aggiunto- passando attraverso la progettazione di materiali di comunicazione diffusi poi presso oltre 50 centri medici su tutto il territorio nazionale, raggiungendo circa 700 neurologi”.
Numeri che raccontano una sfida tutt’altro che chiusa. “Siamo soddisfatti dei risultati raggiunti fino a questo momento- ha poi spiegato Caraglia- che ci stanno stimolando a valutare amplificazioni e a insistere nell’agevolare sempre più una comunicazione diretta e completa tra medico e paziente, affinché possano cadere tutte le barriere, siano esse di consuetudine, inibizione, linguistiche o relazionali, e venga raggiunta, a beneficio del paziente e della sua qualità di vita, una reale alleanza”.
“Per ora- ha tenuto a dichiarare- ringraziamo i pazienti che partecipando al laboratorio di ricerca-intervento hanno consentito alla campagna di prendere vita. Così come ringraziamo per la collaborazione i clinici protagonisti. Senza il loro supporto scientifico non sarebbe stato possibile dare voce alla Sm. Tradurre sintomi, emozioni, bisogni non sempre è possibile. Noi abbiamo intuito che la musica e il suono potessero venirci incontro per rappresentare metaforicamente sintomi della malattia che diversamente sarebbero rimasti inespressi”. “Favorirne la decodificazione– ha concluso- ci ha concesso di raccogliere sentimenti, paure, emozioni, dubbi, domande, scoperte per generare un vocabolario, comune e condiviso, fondato sul supporto sonoro e su un reciproco rapporto di empatia e ascolto tra medici e pazienti”.
Stanchezza, fatica, parestesia, torpore, formicolio, lentezza, energia, scosse, memoria, dolore, ascolto, piacere, difficoltà motoria, mancanza di equilibrio, il cadere e tante altre sono le espressioni emerse e tradotte in suoni. Termini che non parlano solo di sintomi, ma anche di bisogni spesso incompresi o inascoltati. Ciò che il vocabolario ‘Sintomizziamoci’ ha la pretesa di contribuire a realizzare con l’aiuto dei suoni è tradurre parte del quotidiano del paziente con Sm e generare così maggiore cura e quindi un concreto miglioramento della salute e del benessere dei pazienti con Sm. L’opportunità che i clinici possano poter guardare anche alla persona oltre che alla patologia da un lato e avere pazienti più consapevoli su sintomi e patologia dall’altro, sono il cuore della campagna. In sintesi, serve un rapporto nuovo medico-paziente e un nuovo registro comunicativo.
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