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A Roma due stupri in quattro giorni. La criminologa Bruzzone: “Mi aspetto recrudescenza delle violenze”

Intervista a Roberta Bruzzone sulle violenze avvenute a danno di una 40enne a Garbatella e di un 22enne a San Lorenzo

Pubblicato:04-10-2022 17:01
Ultimo aggiornamento:04-10-2022 23:05
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ROMA – “Il sesso è un’arma. Con lo stupro i criminali marcano il territorio”. A dirlo, in un’intervista rilasciata all’Agenzia Dire, è la criminologa Roberta Bruzzone, che ha commentato così i recenti fatti di cronaca avvenuti a Roma: lo stupro di una quarantenne alla Garbatella e quello di un ragazzo di 22 anni avvenuto a San Lorenzo, abusato da tre uomini in seguito a un tentativo di rapina.

“Lo stupro- ha aggiunto- non ha a che fare con la gratificazione sessuale ma con il potere che deriva dal violare la vittima nel modo più totale e traumatico possibile”. In entrambi i casi di Roma il reato è avvenuto di notte, mentre la vittima si trovava da sola. Ed è proprio questa, secondo Bruzzone, la situazione da evitare a tutti i costi: “La solitudine e il buio ci rendono il target ideale, e questo vale soprattutto per donne e giovanissimi. Adesso dobbiamo porre in essere condotte che ci tutelino perché non è un periodo facile quello che ci attende e mi aspetto una recrudescenza delle violenze”, ha detto la criminologa facendo riferimento alle sempre maggiori difficoltà degli italiani di fronte alla crisi economica.

Della stessa opinione è Giulio Vasaturo, docente di Antropologia criminale presso l’Università La Sapienza di Roma, che raccomanda di non sottovalutare la “ricorrenza e la crudeltà” dei reati, anche perché “l’isolamento sociale degli anni scorsi ha favorito un’ulteriore e profonda compromissione dei legami umani”.


Non esistono più distinzioni fra quartieri sicuri e non sicuri. “Dobbiamo aspettarci una città più pericolosa ma non in aree particolari. Queste cose possono colpire ovunque e chiunque”, ha spiegato la criminologa. E sull’identikit del soggetto portato a compiere tali gesti, “di solito si tratta di persone con disturbi antisociali o narcisistici, ma non è facile riconoscerli dall’esterno. Mi piacerebbe dire che viviamo nel migliore dei mondi possibili, ma non è così e questi soggetti- ha concluso Bruzzone- sono sempre in agguato”.

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