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Mafie, in Emilia Romagna è allarme riciclaggio

Novità nel rapporto della Banca d'Italia sono le "sospette operazioni di scambio oro" per circa 7.500 milioni, in cui la regione è in prima fila

Pubblicato:04-10-2017 13:02
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:45

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REGGIO EMILIA – La Cgil suona l’allarme sul fenomeno del riciclaggio di denaro in regione, comprovato anche dalla testimonianze del maxiprocesso reggiano contro la ‘ndrangheta Aemilia. Ma soprattutto rincara la dose il rapporto dell’ufficio “investigazioni finanziarie” della Banca d’Italia, (con dati aggiornati al primo semestre 2017) che colloca l’Emilia-Romagna al quinto posto nazionale per segnalazioni di operazioni sospette, dopo Lombardia, Campania, Lazio e Veneto e ne definisce il tessuto economico e produttivo “a rischio medio ed elevato”.

LE SEGNALAZIONI PROVINCIA PER PROVINCIA

In dettaglio, nei primi sei mesi di quest’anno sono state registrate 3.250 operazioni finanziarie sospette, 522 in più rispetto allo stesso semestre del 2015.

Sono spalmate su Bologna (753 segnalazioni), Modena (529, ma prima provincia in rapporto a popolazione ed imprese), Reggio Emilia (446), Parma (408), Rimini (311), Forlì (242), Ravenna (224), Piacenza (204) e Ferrara (133).


Sotto la lente della banca d’Italia ci sono alcune categorie particolari: gli intermediari finanziari con operazioni in media di 1,3 milioni, imprenditori dell’industria o dell’edilizia con una media operazioni di 71.500 euro e operatori del commercio e servizi per operazioni medie da 45.200 euro. La regione è inoltre sul podio del traffico di bonifici da e verso Paesi considerati “paradisi fiscali”, con in testa le province di Modena e Ravenna seguite da Reggio Emilia e Bologna.

Novità nel rapporto della Banca d’Italia, sono infine le “sospette operazioni di scambio oro” per circa 7.500 milioni, in cui la regione sta in prima fila col 72% di questi scambi in Italia e il 28% con l’estero (Modena, Bologna e Ferrara le province più attive).

Per Franco Zavatti, modenese e coordinatore Legalità per la Cgil regionale, sono dati “che descrivono peculiarità negative del nostro oggi, assieme alle già sentenze ed atti processuali-Aemilia e non solo- che leggono fatti malavitosi degli anni passati, e che devono portare tutte le istituzioni, le organizzazioni economiche, sindacali, professionali e civiche, ad agire nella prevenzione e denuncia con maggiore forza ed unità sociale”.

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