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“La novità assoluta è l’asino”: parte il corso universitario di Pet Therapy

Anche l'asino tra gli animali del corso erogato dal dipartimento di Scienze Psicologiche, Pedagogiche e della Formazione dell'Università di Palermo (Unipa)

Pubblicato:04-10-2017 12:12
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:45

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ROMA – Partirà il 14 ottobre il primo corso di perfezionamento in IAA – Intervento assistito con gli animali (Pet Therapy), erogato dal dipartimento di Scienze Psicologiche, Pedagogiche e della Formazione dell’Università di Palermo (Unipa). È rivolto a pedagogisti, medici, veterinari, educatori e psicologi.

“Abbiamo seguito le linee guida per le attività assistite con gli animali, approvate a marzo 2015, e in questo corso approfondiremo il cavallo, l’asino e il cane, così da creare le relative figure professionali. La novità assoluta è l’asino”, assicura alla DIRE Elena Mignosi, docente di Teorie, strategie e sistemi della formazione e coordinatrice della proposta formativa. “Il corso considera l’animale come partner e mediatore, non come strumento a disposizione degli uomini. Si lavora quindi in equipe multidisciplinari, formate dallo specialista dell’animale, lo psicologo, il medico e il veterinario”.


Tra le Regioni che hanno recepito le linee guida IAA c’è la Sicilia. “In questo modo daremo la possibilità ai nostri 28 iscritti provenienti da tutta Italia di accedere all’albo regionale- spiega la coordinatrice- è stato anche istitutito il Centro di Referenza Nazionale per gli interventi assistiti dagli animali (Pet therapy), collegato al ministero della Salute, presso la sede territoriale di Verona e Vicenza dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie”.

Come università pubblica “siamo tra i primi in Italia ad offrire un corso di perfezionamento che segua le linee guida nazionali IAA. Rilasciamo un titolo legato ai primi due livelli generali e indirizzati ai tre animali (cavallo, asino e cane). L’anno prossimo- continua Mignosi- cercheremo di organizzare corsi di perfezionamento di terzo livello per chi voglia lavorare con un singolo animale, e corsi per diplomati che potranno così diventare operatori e fare parte dell’equipe multidisciplinare prevista dalle linee guida”.

Poiché anche i veterinari fanno parte di questa equipe, “l’Unipa ha stipulato una convenzione con l’Istituto Zoprofilattico Sperimentale (IZS) della Sicilia- precisa la coordinatrice- per avere docenti veterinari. IZS ha già realizzato un corso sulle linee guida IAA rivolto ai veterinari”.

Il corso di perfezionamento dell’Unipa impegnerà gli studenti per due fine settimana al mese da ottobre a giugno. Le lezioni si svolgeranno il 50% in aula e il 50% nei centri così da garantire ai frequentanti un’esperienza diretta con gli animali. È, inoltre, previsto un tirocinio presso i centri riconosciuti come l’Associazione italiana di riabilitazione equestre (Anire) e Doggy Park.

La nuova offerta formativa dell’Unipa sarà inaugurata il 14 ottobre dal convegno gratuito sugli ‘Interventi assistiti con animali – IAA: normativa italiana, ambiti applicativi e prospettive’, dalle 8.30 alle 13.30 nell’Aula Magna ED. 12 dell’Unipa, in viale delle Scienze a Palermo.

Il programma è ricco di personalità di spicco del mondo della formazione, delle istituzioni e della riabilitazione, tra cui Girolamo Cusimano, presidente della Scuola delle Scienze Umane e del Patrimonio Culturale Unipa; Stefano Boca, direttore del dipartimento di Scienze Psicologiche, Pedagogiche e della Formazione Unipa; Salvatore Seminara, commissario straordinario IZS Sicilia; Vincenzo Ugo Santucci, direttore Ucio Sanità Animale e Farmaci veterinari del Ministero della Salute; Luca Farina, direttore del Centro di Referenza Nazionale per gli IAA; Antonino Virga, dirigente dipartimento per le Attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico della Regione Siciliana; Luisa Mainardi, Istruttore cinofilo relazionale; e Isabella Alioto, Terapista della riabilitazione equestre.

L’obiettivo ultimo del nuovo corso di perfezionamento è “promuovere una cultura nuova verso gli animali, verso gli aspetti non verbali e il contatto relazionale. Non è un caso che i pet, animali di affezione, crescano a dismisura- conclude Mignosi- perche’ c’e’ un isolamento e una difficolta’ di contatto fisico in aumento nella societa’ Occidentale, che vengono riversati e compensati nell’animale di affezione che si tiene a casa. Gli interventi assistiti con gli animali aprono quindi ampi spazi di intervento, non solo in ambito clinico, ma anche educativo, formativo, ricreativo e di promozione della salute”.

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