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Clinton o Trump? Cicchitto vota per Hillary/ VD

"Fra la normalità della Clinton, che vuol dire anche rapporto con l'establishment americano, e il carattere eterodosso di Trump, preferisco la prima"

Pubblicato:04-10-2016 14:24
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:08

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Usa vs TrumpROMA  – Hillary Clinton o Donald Trump? Fabrizio Cicchitto, presidente della Commissione Esteri della Camera, sceglie la prima.

Non brillano entrambi e questa mi sembra la valutazione che c’è anche negli Stati Uniti- risponde alla Dire che lo ha intervistato in vista del confronto per la pubblicazione del libro ‘Usa vs Trump’ edito da Lookout- e poi, sia l’esplosione di Trump, che ha rivoluzionato il Partito repubblicano, sia anche l’affermaziona avuta da Sanders, mettono in evidenza che negli Usa c’è una rilevante espressione di malesseri sociali, malgrado la politica economica sia stata migliore di quella europea. Se devo essere messo alle strette… fra la normalità della Clinton, che vuol dire anche rapporto con l’establishment americano, e il carattere assolutamente eterodosso di Trump, preferisco la prima, perché il secondo rappresenta un’incognita sotto molti punti di vista e un’incognita ancora più rilevante sono i suoi rapporti con Putin e la Russia”.

C’è bisogno di più America nel mondo? “Purtroppo- risponde Cicchitto- rimango convinto che ci sia bisogno di più America. Con una presidenza americana che si è contraddittoriamente ritirata ci troviamo in una serie di situazioni assolutamente ingestibili. Poi il problema è come il ‘più America’ viene guidato politicamente. Mentre l’America di Bush Senior era abbastanza equilibrata e intelligente, già l’America di Bush Junior ha combinato dei guai inenarrabili, specie in Iraq. E l’America di Obama in politica estera ne ha combinati anche essa”.


Per Cicchitto, dunque, c’è bisogno di “una linea degli Stati Uniti significativa e intelligente, specie di fronte al ritorno in campo non del comunismo ma di un’ambizione geopolitica smisurata della Russia di Putin, sempre più caratterizzata da elementi di aggressività, perché il presidente russo più fa interventi militari più questo gli porta popolarità nel suo Paese”.


LA POLITICA ESTERA DI OBAMA? CICCHITTO: INTERVENTISMO SBAGLIATO

Luci e ombre sulla presidenza Obama che volge al termine. Ne parla Fabrizio Cicchitto, presidente della commissione Esteri della Camera, nella videointervista alla Dire in vista del dibattito per la presentazione del libro “Usa vs Trump” edito da Lookout.

“La presidenza Obama- dice Cicchitto- sul terreno interno ha abbastanza funzionato. Nel senso che, avendo seguito una linea di segno opposto rispetto all’Unione europea, ha tamponato i disastri avvenuti su terreno finanziario -anche ad opera dei titoli tossici distribuiti, a suo tempo, dalle banche americane- e ha consentito livelli di occupazione abbastanza elevati e anche una crescita”. Certo, prosegue Cicchitto, “è costato un debito rilevante, però loro non hanno i vincoli europei e quindi da questo punto di vista la cosa ha funzionato anche se è evidente che ci sono tensioni rilevanti, come mette in evidenza l’andamento delle presidenziali 2016”. Invece negativo è il giudizio di Cicchitto sulla politica estera del presidente Obama: “Per un verso c’è stato un interventismo sbagliato come quello avvenuto in Libia; poi c’è stata una tendenza opposta, ad evitare ogni intervento, che ha complicato moltissimo la situazione in Afghanistan e in Iraq. Infine, una serie di tragici errori in Siria, nel 2011 e specialmente nel 2013, di omissione, che ora sta consentendo alla Russia di dare non solo le carte ma di realizzare un’operazione di tipo ceceno in Siria”.

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