NEWS:

Con “Mamme a bordo” l’Ido lavora su relazione madre – bambino

Attraverso il gioco aiutare piccoli e grandi a superare le difficoltà

Pubblicato:04-10-2016 10:36
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:08

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

mammeROMA – ‘Mamme a bordo’ è il progetto terapeutico dell’Istituto di Ortofonologia di Roma (IdO) nato per lavorare sulla dinamica relazionale madre-bambino e facilitare, attraverso la condivisione ludica, la sintonizzazione affettiva. La specificità della terapia, a differenza di quella offerta in Israele e in Inghilterra, sta proprio nel ruolo attivo del terapeuta all’interno della terapia. Questo lavoro sarà presentato dalla psicoterapeuta Serena Polinari al XVII convegno nazionale dell’Istituto, dal 21 al 23 ottobre nella Capitale.

La sintonizzazione affettiva significa riconoscere i bisogni reali del bambino per poi rispondere adeguatamente alle sue esigenze. Negli altri modelli di terapia diadica il terapeuta si pone come osservatore esterno e contenitore della dinamica relazionale madre-bambino- spiega la psicoterapeuta-, noi invece portiamo avanti la terapia del bambino in presenza della mamma lavorando su due livelli: sulle difficoltà del piccolo e aiutando la mamma, a partire dalle esperienze condivise nel setting, a vedere il bambino reale nelle sue risorse e nelle sue difficoltà per rispondere adeguatamente ai suoi bisogni”.

‘Mamme a bordo’ coinvolge i bambini fino a 3 anni di età, con disturbi del linguaggio, della relazione e della comunicazione. Lavorare sulle difficoltà del bambino con i genitori vuol dire “lavorare sulla risonanza emotiva che tali difficoltà hanno nel genitore- continua la psicoterapeuta dell’IdO- e che a volte gli impediscono di riconoscere e rispondere ‘adeguatamente’ ai bisogni del bambino”.


Mamme a bordo accoglie per ogni setting massimo 4 coppie mamma-figlio e due psicoterapeuti, quali conduttori del gruppo. Si struttura in più attività: una seduta di gruppo madre-bambino una volta la settimana, delle sedute periodiche “in cui vediamo solo le mamme per verbalizzare ed elaborare insieme tutte le emozioni condivise nelle terapie diadiche, e infine- sottolinea Polinari- organizziamo delle sedute in cui giochiamo solo con le madri. Lo scopo è recuperare la loro giocosità, fondamentale per incontrare e sostenere il bambino. La nostra ottica è che attraverso il gioco noi promuoviamo il suo sviluppo affettivo, relazionale e cognitivo”.

La condizione è quindi “partire dal recupero della giocosità delle mamme altrimenti è difficile pervenire ad una condivisione ludica. Il bambino non riuscirà a giocare veramente con la madre, se il genitore si porterà dietro tutte le ansie e le preoccupazioni. Così per liberarle le facciamo giocare da sole- precisa la terapeuta-, proponiamo giochi molto fisici, in cui si utilizza il corpo, per aiutarle a riscoprire il gioco dal punto di vista dei bambini”. In ultimo l’IdO promuove degli incontri di couseling rivolti alla coppia genitoriale per lavorare sull’accordo educativo.

“Da quest’anno sono stati inseriti nel progetto ‘Mamme a bordo’ anche alcuni incontri papà-bambino”. Quali sono gli errori che i genitori hanno paura di commettere? “Spesso quando ci sono delle difficoltà nell’area della comunicazione e del linguaggio, la paura dei genitori è che i bambini possano vivere continue frustrazioni, così li anticipano costantemente.

bimbo

L’errore allora diventa quello di essere eccessivamente protettivi per mediare sempre tra il bambino e il mondo. Invece le piccole frustrazioni sono funzionali allo sviluppo del piccolo. Un’altra grande difficoltà- ricorda la psicoterapeuta- è il riuscire a dare i giusti limiti e il giusto contenimento. Vedendo un bambino fragile tendono a non dare limiti perché temono di frustrarlo eccessivamente. I limiti sono importanti, servono al bambino per imparare a muoversi nelle situazioni”.

Polinari conclude con una precisazione: “I genitori non sono responsabili di alcun deficit, sono una risorsa da cui partire per poter aiutare ancora di più il figlio. Noi li portiamo a bordo perché quando ci sono dei bambini che presentano delle difficoltà bisogna essere ancora più bravi per trovare quelle risorse che possano spingerli fuori da una situazione di blocco e di difficoltà”. Il convegno dell’IdO dal titolo ‘Dal processo diagnostico al progetto terapeutico. Per un approccio mirato al singolo bambino’ sarà trasmesso in diretta streaming nazionale sul sito www.ortofonologia.it.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it