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(DIRE – Notiziario Sanità e Politiche sociali) Aosta, 4 set. – Un provvedimento “atteso da diversi anni”, ma anche “una risposta concreta e necessaria” in “un momento di crisi economica che sta colpendo le famiglie”. Così l’assessore alla Sanità e alle Politiche sociali della Regione Valle d’Aosta, Roberto Barmasse, ha annunciato l’approvazione, da parte della giunta regionale, dei criteri per l’accertamento della morosità incolpevole degli assegnatari degli alloggi di edilizia residenziale pubblica e di edilizia convenzionata e per l’erogazione dei relativi contributi, nella misura di 10 mila euro. Il sostegno economico, di natura regionale, sarà erogato dall’Arer, l’azienda regionale di edilizia residenziale, una volta accertata la condizione morosità incolpevole da parte della commissione per le politiche abitative.
Possono accedere alla misura “gli assegnatari di alloggi di edilizia residenziale pubblica e di edilizia convenzionata- si legge in una nota diffusa dall’assessorato- che non sono stati e non sono in grado di provvedere al pagamento delle spese di conduzione dell’alloggio assegnato”, per via “della perdita o della consistente riduzione della loro capacità reddituale, quantificata in almeno il 20% rispetto all’anno precedente”. Tra le ragioni ammesse, vi sono il licenziamento, la cassa integrazione ordinaria o straordinaria, gli accordi aziendali o sindacali che comportano una riduzione dell’orario di lavoro, il mancato rinnovo di contratti a termine o di lavoro atipici, la cessazione di attività libero-professionali o di imprese registrate per cause di forza maggiore o per la perdita di avviamento in misura consistente, risultante dalle dichiarazioni fiscali.
E ancora la malattia grave, l’infortunio o il decesso di un componente del nucleo familiare che abbia comportato o la riduzione del reddito complessivo del nucleo o la necessità dell’utilizzo di una sua parte per far fronte a importanti spese mediche e assistenziali. Per essere ammesso all’accertamento delle condizioni di morosità incolpevole, i nuclei interessati devono essere assegnatari di un alloggio di edilizia residenziale pubblica o di edilizia convenzionata; avere un reddito Isee non superiore a 35 mila euro o un reddito derivante da regolare attività lavorativa non superiore ai 26 mila euro; essere destinatari di un provvedimento di decadenza per morosità, come previsto dall’apposita legge regionale; avere la cittadinanza italiana o di un paese dell’Unione europea o essere in possesso di un regolare titolo di soggiorno.
“Il conseguente contributo erogabile- ha spiegato la nota- è finalizzato al ristoro della morosità pregressa, mantenendo il contratto in essere, o a consentire il differimento del provvedimento di rilascio dell’immobile”. Nel caso in cui la quota erogabile risulti inferiore ai diecimila euro, la restante parte del contributo può essere utilizzata per sostenere il pagamento del canone di locazione e le spese accessorie.
In caso contrario, l’ente gestore può, su richiesta dell’interessato, rimandare la data del rilascio dell’alloggio per un massimo di 9 mesi. “In tal caso- ha fatto sapere l’assessorato- l’assegnatario ottiene un contributo ulteriore per il differimento pari al canone di locazione e alle spese accessorie moltiplicato per il numero di mesi di differimento concesso, comunque nella misura massima di 650 euro per ogni mese di differimento”.
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