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Maison Antigone all’Onu: “Tribunali disumani, si creino corridoi umanitari per mamme e bambini”

"Bisogna agire in fretta per il bimbo di Parma" sostiene con forza Michela Nacca, avvocata e presidente di Maison Antigone

Pubblicato:04-09-2020 16:43
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:50
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ROMA – “Questo Stato, questi Tribunali stanno diventando disumani. E’ in corso una guerra, una grave emergenza umanitaria. I bambini che hanno vissuto allontanamenti coatti e casa famiglia hanno sviluppato patologie legate al sistema immunitario, o sono diventati chiusi in se stessi, depressi o aggressivi, con percorsi scolastici falliti. Bisogna agire in fretta per il bimbo di Parma che il 14 agosto scorso e’ stato portato via da sua madre, con i soli vestiti che aveva addosso, senza un cambio, un gioco o un pupazzo cui aggrapparsi per non impazzire”. Sono le parole accorate di Michela Nacca, avvocata e presidente di Maison Antigone, sentita dall’agenzia di stampa Dire.

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Da anni l’associazione da lei presieduta combatte nei Tribunali italiani l’utilizzo del costrutto ascientifico della PAS e aiuta mamme e bambini che finiscono nella spirale di CTU, servizi sociali che mettono “sotto accusa in nome della bigenitorialita’ il ‘genitore protettivo’“. Spiega Nacca: “La petizione – lanciata qualche mese sul profilo Fb dell’associazione https://www.facebook.com/maisonantigone – torna quanto mai attuale sul caso del bimbo di Parma, che potrebbe essere stato anche ospedalizzato o vaccinato, cosa che era stata sconsigliata, e per il quale, per il suo trascorso, c’e’ il serio rischio che possa aver avuto un crollo fisico e psicologico. Ho chiesto- spiega la presidente- provocatoriamente l’intervento dei Caschi Blu e la creazione di corridoi umanitari per mamme come P. e il suo bambino, del quale da 15 giorni non si hanno piu’ notizie“.


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Ecco la parte conclusiva della petizione: “La contraddizione, l’incoerenza logica e giuridica, la violazione della Convenzione Internazionale per i Diritti del Fanciullo di NY e dell’UE, della Convenzione di Istanbul, nonche’ di varie norme costituzionali, ci appare evidente e pericolosa, perche’ questa mancata giustizia indurra’ le madri vittime a non denunciare piu’, i bambini vittime di abusi domestici a non essere piu’ protetti: entrambi condannati a vivere in un ambiente di degrado, di violenza, imparando essi stessi uno schema comportamentale, introiettato come normale, che li indurra’ ad agire in modo violento.

Lo scorso anno e’ stato rilevato che in soli 24 mesi, ben 1.400 sono state le coppie genitoriali separate con figli minori, definite ad ‘alta conflittualita’ che, ignorando esigenze di protezione piu’ stringenti ed in violazione della Convenzione di Istanbul, sono state inviate dai Tribunali romani ai servizi sociali per un percorso mediativo. Cio’ ci deve dare la misura del rischio di tracollo istituzionale e sociale a cui si sta andando incontro'”. 

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