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Bartoletti (Omceo Roma): “Il medico scolastico? Solo come referente dei presidi”

"Se deve essere una figura che, come accadeva in passato, segnala per esempio le scoliosi, questa è roba vecchia, di cinquant'anni fa", dice il vicepresidente dell'Ordine dei medici di Roma

Pubblicato:04-09-2020 11:28
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:50

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ROMA – “Se non definiamo prima le funzioni del medico scolastico, poi quel medico a scuola non saprebbe che fare“. Risponde così il vicepresidente dell’Ordine dei medici di Roma, Pier Luigi Bartoletti, interpellato dall’agenzia Dire in merito all’opportunità di ripristinare il medico scolastico all’interno delle scuole. 

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“Bisogna capire bene- prosegue- Oggi a livello di Asl ci sono già strutture aziendali, composte da varie figure professionali, deputate al rapporto con le scuole. Il problema vero è che affronteremo per la prima volta un autunno/inverno con una pandemia in corso. Al di là dell’ansia per quello che accadrà, mi concentrerei piuttosto su quello che sarebbe utile fare. Personalmente credo che serva la possibilità di intervenire, da un punto di vista medico-sanitario ma anche organizzativo, qualora si dovessero verificare dei piccoli focolai. Gestire situazioni di contagio Covid non è una cosa banale, è necessario un personale formato e preparato. Serve gente capace. E non ce n’è tantissima”.


In questi giorni, intanto, sul medico scolastico c’è stata polemica con i pediatri. “Le polemiche non mi interessano- commenta Bartoletti- quello che mi interessa è capire se una figura medica a scuola può essere d’aiuto come riferimento diretto per i dirigenti scolastici, per varie motivazioni. Secondo me potrebbe essere assolutamente utile, ma non deve accavallarsi con i pediatri, perché non ha nulla a che vedere con gli scolari. Diciamo che sarebbe un esperto della gestione delle misure di distanziamento che viene dato a disposizione delle scuole“. I bambini, fino “ad una certa età”, prosegue ancora Bartoletti, sono “seguiti dal pediatra, quindi se per medico scolastico si intende il medico dello scolaro, non serve, perché c’è già il pediatra. Ma poi quale sarebbe esattamente la funzione del medico della scuola? Dovrebbe valutare le varie situazioni? Anche per questo già esistono strutture deputate. Penso invece che sarebbe opportuno specializzare alcune figure: se avessimo riferimenti capillari, di diretta consultazione dai presidi, il medico scolastico in questo caso potrebbe essere utile se ci sono dubbi, richieste o verifiche di congruità per esempio sul distanziamento. Ma per quanto riguarda lo scolaro, lui il suo medico già ce l’ha ed è il pediatra”.

Bartoletti quindi si chiede: “Per quanto tempo, poi, dovrebbe rimanere il medico scolastico? Un mese, due mesi, tre mesi?”. La questione in realtà è reintrodurlo in maniera permanente, perché è una figura che potrebbe intercettare nei bambini anche eventuali altre patologie distinte dal Covid, come per esempio il diabete, la scoliosi, ecc… “Ma così diventerebbe il medico dello scolaro e non della scuola- commenta il vicepresidente dell’Ordine dei Medici di Roma- Per lo scolaro, ripeto, esiste già il pediatra. Diverso sarebbe un medico scolastico, che lavora tutte le mattine a scuola, legato soltanto all’emergenza Covid. Ma se deve essere una figura che, come accadeva in passato, segnala per esempio le scoliosi, questa è roba vecchia, di cinquant’anni fa. Onestamente sarebbe un ritorno al passato. Tant’è che il medico scolastico esisteva quando non c’erano i pediatri: il pediatra di libera scelta, che abbiamo solo noi, è stato introdotto nel 1999, quindi è una figura che esiste dove non c’è il pediatra di base. Dove c’è il pediatra è stata eliminata, perché sarebbe un doppione, che tra l’altro lavorerebbe su popolazioni molto numerose, senza un rapporto fiduciario”.

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