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‘Lucha y siesta’: “Contro lo sgombero un comitato per acquistare la casa”

È l'idea lanciata con una nota stampa dalle attiviste della Casa delle Donne 'Lucha y Siesta' a Roma per scongiurare lo sgombero dell'immobile di proprietà di Atac

Pubblicato:04-09-2019 15:31
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:40

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ROMA – Un Comitato per favorire iniziative di sostegno e raccolte fondi con l’obiettivo di arrivare all’acquisto dello stabile di via Lucio Sestio 10. È l’idea lanciata con una nota stampa dalle attiviste della Casa delle Donne ‘Lucha y Siesta’ a Roma per scongiurare lo sgombero dell’immobile di proprietà di Atac – inserito nel concordato preventivo per risanare i conti della municipalizzata – e tutelare l’esperienza del centro antiviolenza-casa rifugio. I

l Comitato ‘Lucha alla città’, a cui hanno già aderito Lea Melandri, Federica Giardini e Adele Tulli, tra le prime firmatarie, si costituirà pubblicamente sabato 7 settembre alle ore 12 con una conferenza stampa che si terrà proprio in via Lucio Sestio 10. L’iniziativa arriva dopo giorni di mobilitazione sul web ed è la risposta delle attiviste all’annuncio dell’imminente sbombero dell’edificio di proprietà dell’Atac e dell’interruzione delle utenze per il 15 settembre.

“La Casa delle Donne ‘Lucha y Siesta’ è minacciata di sgombero e distacco delle utenze dal 15 settembre 2019- si legge sul comunicato- In questo ultimo anno e mezzo i tentativi di interlocuzione con le Istituzioni preposte si sono rivelati fallimentari. La Giunta Raggi, nelle figure specifiche della sindaca, dell’assessora alla Mobilità e dell’assessora al Patrimonio, si è mostrata assente, non rispondendo alle nostre richieste di incontro nemmeno con un diniego. Gli unici incontri con l’assessora alle Politiche sociali si sono tradotti in un nulla di fatto”.


“Proprio quella forza politica che in questi giorni si fa vanto di praticare la democrazia diretta, grazie a una piattaforma di consultazioni online, non ci ha accolte, non ci ha ascoltate e non ha dialogato, chiudendosi in un silenzio che sa di violenza- sottolineano le donne, riferendosi non velatamente alla votazione dei 5 stelle su piattaforma Rousseau sul governo Conte bis- Hanno preferito lasciare il destino di una parte della città nelle mani di liquidatrici e tribunali fallimentari, trincerandosi dietro procedimenti amministrativi burocratici e svuotando la Politica della sua funzione pubblica”.

“Ma essendo noi delle ‘incorreggibili ottimiste‘, di fronte al vuoto istituzionale e a un attacco tanto feroce scegliamo di reagire puntando lo sguardo a un orizzonte futuro- fanno sapere le femministe- Vogliamo costituire il Comitato di sostegno all’esperienza della Casa delle Donne ‘Lucha y Siesta’ ‘Lucha alla città’, risignificare in termini comunitari la funzione di un bene pubblico e lanciare l’esperienza di ‘Lucha y Siesta’ oltre l’ottusità di chi ci amministra, dettando noi i tempi e i modi di fare politica. Usare i nostri corpi, le menti e i cuori per definire una strategia che ci faccia uscire dall’angolo in cui ci vogliono rinchiudere, e difendere uno spazio fisico e simbolico che non vogliamo perdere. Vogliamo impedire la vendita della Casa e la conseguente chiusura del progetto, provando a tracciare una strada alternativa che sappia costruire nuovi immaginari e che renda protagonista le comunità”.

La strada alternativa è, per le attiviste, “un grande azionariato popolare che tuteli l’esperienza e la faccia crescere oltre le sue stesse mura” e che possa “promuovere e diffondere i risultati raggiunti in 11 anni di Lucha”.

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