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Rimini, il sindaco Gnassi: “Nel branco tutti colpevoli, no scaricabarile. Comune sarà parte civile”

[caption id="attachment_139428" align="alignleft" width="300"] Guerlin Butungu[/caption] RIMINI - Con l'arresto di

Pubblicato:04-09-2017 14:06
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:39

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Guerlin Butungu

RIMINI – Con l’arresto di Guerlin Butungu per la città di Rimini finisce “un pauroso incubo“, verso il quale “la comunità riminese ha reagito e ha saputo reagire: questo va ancora una volta sottolineato perché è un valore”. Il sindaco Andrea Gnassi interviene sugli stupri che hanno scosso negli ultimi giorni la riviera romagnola e non solo, ringraziando in primo luogo gli investigatori e “tutti coloro i quali hanno sostenuto e aiutato le tre vittime durante i primi, drammatici giorni in ospedale. Posso assicurare- rimarca- che Rimini non si dimenticherà di loro, anche per il futuro”.

Andrea Gnassi

Il Comune, annuncia il primo cittadino, si costituirà parte civile nei confronti di un “branco colpevole in ognuno dei componenti, senza giustificazioni, senza scaricabarile, senza alcun appello. Chi quella notte era in spiaggia e sulla statale merita la giusta pena, che è quella, massima, stabilita dalla legge e dal codice”, afferma Gnassi. La giustizia italiana dovrà tenere conto, prosegue, della “gravità, della ferocia, della totale, cieca, sanguinaria prevaricazione nei confronti di tre persone”. Il sindaco di Rimini si concentra poi su altri elementi che “non possono essere tralasciati”. In ballo non c’è solo l’integrazione, “come vorrebbe farci credere una sin troppo facile vulgata- argomenta- ma probabilmente l’educazione più ampia e l’equilibrio tra diritti e doveri”.

Il fotogramma di quella notte con 3 dei quattro arrestati

Uno dei genitori dei presunti colpevoli, “pur avendo avuto un ruolo attivo nell’individuazione della responsabilità, aggiunge ‘passi se si ruba un telefonino ma la violenza sulle donne no‘”. E forse “sono anche questi messaggi sbagliati a creare le condizioni di totale disinteresse verso gli altri che poi hanno un ruolo nella sensazione di impunità e nella allucinata disumanità”. Secondo il sindaco sono poi “inquietanti” le testimonianze di chi conosceva gli aggressori, “molte delle quali convergenti su un disprezzo ripugnante nei confronti della donna”.


E infine “ci sono questioni locali. Che andranno affrontate per tempo e con la necessaria capacità di analisi, senza farsi prendere la mano da alcune polemiche e da altrettante descrizioni della nostra città prima di ogni cosa disinformate”. No dunque, conclude Gnassi, alla “pura e semplice strumentalizzazione. Che c’è stata e a cui hanno contribuito persino parlamentari italiani. L’Amministrazione comunale non si tirerà indietro. Da questo ripartiamo per rialzarci e migliorare; altro non ci interessa, oggi”.

di Cristiano Somaschini, giornalista

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