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ROMA – Non solo Imane Khelif. Alle Olimpiadi di Parigi protesta ‘pubblica’ anche nei confronti della taiwanese Lin Yu Ting, l’altra pugile ‘contestata’ perché lo scorso anno squalificata dall’Iba, la Federazione internazionale di boxe non riconosciuta dal Cio, per non avere superare i test di genere in occasione dei Mondiali. Come Khelif nei 66 kg, anche lei nella sua categoria, i 57 kg, ha vinto nei quarti di finale assicurandosi una medaglia. L’avversaria, la bulgara Svetlana Kamenova Staneva, alla fine dell’incontro perso 5-0 ai punti (giudici quindi unanimi nel verdetto) ha inscenato una protesta polemica facendo più volte con le dita il segno della ‘X’ verso il pubblico in riferimento alla coppia di cromosomi che distingue maschi e femmine.
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