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Lupi da salvare, Lombardia mette in campo unità cinofile antiveleno nel Bresciano

Accordo tra Regione e Provincia di Brescia inserito in progetto europeo per tutelare gli esemplari in regione e favorire la coesistenza con l'uomo

Pubblicato:04-08-2022 17:20
Ultimo aggiornamento:04-08-2022 17:20
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MILANO – Migliorare la coesistenza fra il lupo e le persone che vivono e lavorano sulle Alpi, realizzando soluzioni condivise per garantire la conservazione a lungo termine del lupo.

È quanto previsto dal progetto europeo LIFE WolfAlps EU ‘Azioni coordinate per migliorare la coesistenza lupo-uomo nell’areale alpino’ a cui Regione Lombardia ha aderito. Nel Bresciano, per la prima volta sul territorio regionale, si procederà a portare avanti un percorso formativo volto a sviluppare azioni antibracconaggio attraverso un nucleo cinofilo antiveleno. I bocconi avvelenati costituiscono infatti una seria minaccia per la conservazione del lupo e della fauna in genere. Non colpiscono solo i capi che mangiano il boccone mortale, ma anche tutti quegli animali che si alimentano di carcasse e vengono, quindi, a loro volta avvelenati dai resti. Questo progetto, come spiega l’assessore all’Ambiente e Clima Raffaele Cattaneo, “rappresenta una prima iniziativa che mi auguro possa poi essere estesa sull’intero territorio della Lombardia”. Le unità cinofile antiveleno rappresentano infatti “uno degli strumenti per il contrasto ai reati di avvelenamento”.

In Lombardia il lupo è presente soprattutto nelle aree alpine ed appenniniche e la Regione partecipa attivamente ai programmi di monitoraggio inseriti nei progetti europei “mettendo in campo da anni le iniziative per dare strumenti che consentano una coesistenza armonica del lupo con attività antropiche come l’allevamento, l’agricoltura e il turismo”. L’assessore è convinto che l’accordo tra Regione e Provincia di Brescia “rappresenti un ulteriore elemento per una corretta gestione della presenza del lupo in regione”.


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