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Carloni scrive a Giorgetti: i costi dell’energia volano, serve più aiuto alle imprese

Auspica una disposizione temporanea che consenta il 'congelamento' degli effetti sulla contabilità societaria

Pubblicato:04-08-2022 18:19
Ultimo aggiornamento:04-08-2022 18:19

Carloni
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ANCONA – Il rincaro dei prezzi dell’energia e delle materie prime mette in allerta il coordinatore della commissione Sviluppo economico della Conferenza delle Regioni, Mirco Carloni, il quale preoccupato per il destino delle imprese -e di riflesso per quello dell’economia e dell’occupazione- auspica la possibilità di prevedere una disposizione temporanea “che consenta il ‘congelamento’ degli effetti sulla contabilità societaria che derivano dalle fatture per i costi dell’energia e da quelle delle materie prime (almeno di alcune), in relazione ai sovra costi rispetto a quelli del 2019 ovvero, in alternativa, che disponga l’ammortamento delle spese e dei sovra costi rispetto al 2019 nei quattro anni di bilancio successivi”. Quindi Carloni prende carta e penna e scrive al ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ed al sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, Roberto Garofoli.

PREOCCUPAZIONE PER RICADUTE SU AZIENDE, ECONOMIA E LAVORO

“Scrivo a nome di tutti gli assessori allo Sviluppo economico della Conferenza delle Regioni e Province autonome, per rappresentare la forte preoccupazione in merito alla grave situazione che stanno attraversando le imprese a causa dell’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime, che impone la messa in atto a livello istituzionale di tutte le misure necessarie per evitare conseguenze ben più gravi per la nostra economia”. Inizia così la missiva del vicepresidente di Regione Marche, Mirco Carloni.
L’esponente marchigiano della Lega entra nel dettaglio: “A seguito dell’aumento dei costi energetici e di molte materie prime, infatti, si stanno registrando sui territori allarmanti segnali di rallentamento delle produzioni, dovute alla forte contrazione dei margini delle imprese che rendono in molti casi antieconomica la produzione stessa. Tale condizione potrebbe determinare la crisi dell’impresa e la potenziale cessazione totale o parziale delle attività, con pesanti riflessi anche sul versante occupazionale”.

NODO EFFETTI CONTABILI DELLE FATTURE

Non solo. Corrobora il ragionamento Carloni: “Accanto a tale problema si aggiungerà quello derivante dagli effetti contabili delle fatture per l’energia e le materie prime, per cui l’iscrizione a bilancio di tali costi potrebbe evidenziare una situazione di crisi e di insolvenza, ancorché l’azienda risulti sana, con gravissime conseguenze in termini di merito creditizio, accesso agli incentivi pubblici e di relazioni commerciali con altre imprese della filiera”.


DISPOSIZIONE TEMPORANEA CONSENTA CONGELAMENTO EFFETTI SU CONTABILITÀ

Il coordinatore della commissione Sviluppo economico “nell’esprimere apprezzamento per gli interventi relativi al contenimento dei costi energetici inseriti nell’emanando cosiddetto Dl ‘Aiuti-bis'”, ravvisa “l’esigenza di prevedere una disposizione temporanea, sulla falsariga di quella più generale di cui all’art. 6 del Dl 23/2020, che consenta il ‘congelamento’ degli effetti sulla contabilità societaria che derivano dalle fatture per i costi dell’energia e da quelle delle materie prime (almeno di alcune), in relazione ai sovra costi rispetto a quelli del 2019 ovvero, in alternativa, che disponga l’ammortamento delle spese e dei sovra costi rispetto al 2019 nei quattro anni di bilancio successivi”. Carloni si dice certo della disponibilità di Giorgetti e Garofoli “a valutare tali proposti ai fini dell’inserimento nel suddetto decreto-legge che consentirebbero alle imprese un supporto concreto ed un alleggerimento rispetto alla loro esposizione sui mercati”.


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