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Prove invalsi, Capria: “La Dad non c’entra, la nostra scuola mai ai vertici”

"Il problema serio che affligge il mondo dell'istruzione è l'assenza di competenza didattica", spiega alla Dire il dirigente scolastico del '3° circolo De Amicis' di Vibo Valentia

Pubblicato:04-08-2021 12:08
Ultimo aggiornamento:04-08-2021 12:08
Autore:

scuola distanziamento
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di Piero Battaglia

ROMA – “Non nascondiamoci dietro la Didattica a distanza, la nostra scuola anche prima del 2021 non occupava di certo i vertici delle classifiche in materia di prove Invalsi. La Dad, dunque, non è il male assoluto né la causa dei risultati negativi registrati dagli studenti nei recenti test. Piuttosto che soffermarci su questa tipologia di didattica sarebbe il caso di concentrarsi su alcuni punti chiave che dovrebbero essere alla base della ripartenza della scuola italiana. Il problema serio che affligge il mondo dell’istruzione è l’assenza di competenza didattica, per questo urge prevedere nuove modalità di reclutamento del personale docente e dirigenziale così da poter utilizzare metodi innovativi di insegnamento”. Lo spiega alla Dire Alberto Capria, dirigente scolastico del ‘3° circolo De Amicis’ di Vibo Valentia.

Il preside dell’istituto calabrese rincara la dose: “Se si tiene davvero alla scuola è ora di pensare a un piano di formazione organico nazionale sulla didattica innovativa. Anche i dirigenti, diventati ormai manager, devono fare una riflessione sui metodi di insegnamento”. Secondo Capria, inoltre, il ministero dovrebbe porre fine al fenomeno delle cosiddette ‘classi pollaio’, che metterebbero a rischio anche la qualità della didattica. “Il ministero- conclude il dirigente scolastico- deve limitare il numero delle classi e degli alunni. Dovrebbero esserci massimo 15 studenti per classe. C’è una ulteriore questione da affrontare: gli ambienti scolastici attuali sono inadeguati. Bisogna, dunque, investire su nuovi ambienti di apprendimento, prevedendo interventi di lungo periodo”.


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