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VIDEO | Due esplosioni a Beirut, oltre 100 morti e 4.000 feriti. Governo mette ai domiciliari i funzionari del porto

Dietro la tragedia un incendio in deposito nitrato di ammonio. Il materiale tossico, sequestrato anni fa era rimasto stipato in un deposito nella zona del porto. Leggermente ferito un militare italiano

Pubblicato:04-08-2020 16:18
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:43
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ROMA – È di oltre 100 morti e quasi 4000 feriti il bilancio (provvisorio) delle due fortissime esplosioni avvenute ieri pomeriggio a Beirut, la capitale del Libano, nella zona del porto. Stando alle ricostruzioni, a causare le deflagrazioni è stato un incendio in un deposito nel porto dove erano immagazzinate 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio, sequestrate diversi anni fa da una nave.

GOVERNO METTE AI DOMICILIARI I FUNZIONARI DEL PORTO DI BEIRUT

In Libano, il consiglio dei ministri ha votato una misura che propone di mettere agli arresti domiciliari tutti i dirigenti e gli amministratori che, ha partire dal 2014, hanno lavorato al porto di Beirut e, in particolare, sono stati incaricati della gestione dei magazzini e della loro sorveglianza. Lo hanno riferito fonti ministeriali alla stampa locale, al termine di una seduta straordinaria. La misura e’ volta a individuare i responsabili del magazzino in cui era stipato dal 2014 un ingente carico di nitrato di ammonio, e la cui deflagrazione ieri ha causato la distruzione del porto beirutino e delle aree limitrofe. I morti al momento, stando all’ultimo bilancio del ministero della Sanita’, sono 113 mentre i dispersi sono decine. I ministri hanno inoltre stabilito che militari dell’esercito presidieranno le case private per evitare l’allontanamento o la fuga dei funzionari ai domiciliari, fintanto che la giustizia non avra’ individuato i responsabili. Ieri, in un discorso alla nazione, il primo ministro Hassan Diab ha assicurato che “chi e’ dietro a quanto accaduto oggi dovra’ pagare”. Quest’oggi il premier ha inoltre proclamato lo stato d’emergenza.


MINISTRO DELL’INTERNO: “AL PORTO ESPLOSIONE PER NITRATO AMMONIO”

Il ministro dell’Interno del Libano, Mohamed Fehmi, ha dichiarato ai giornalisti che una delle due esplosioni verificatesi a Beirut, quella al porto, sarebbe stata causata “dal nitrato di ammonio, immagazzinato in grande quantità”. Le dichiarazioni confermerebbero le notizie che circolano sui social network circa la formazione di una nube tossica, riconducibile a una sostanza chimica, segnalata dai residenti di Beirut. Anche una testata libanese, Al Mayadeen, riporta di un deposito di sostanze chimiche, in particolare il benzene.

Tra i feriti c’è anche un militare italiano, Roberto Caldarulo, del battaglione Gestione Transiti (RSOM) di Bari. È rimasto lievemente ferito. È stato lo stesso militare a informare direttamente i familiari sul suo stato di salute. Sul posto, in stretto coordinamento con le forze di sicurezza libanesi, sono intervenuti i soccorsi del Sector West di Unifil che stanno provvedendo all’evacuazione del personale. Sono in corso gli accertamenti da parte di Unifil e delle forze di sicurezza libanesi per accertare la dinamica dell’accaduto.

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IN CORSO IL TRASFERIMENTO DEI MILITARI ITALIANI

Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, ha voluto subito essere informato sulle condizioni del militare italiano ferito lievemente a un braccio a causa delle esplosioni che si sono verificate a Beirut, in Libano. Il ministro ha espresso la vicinanza di tutto il Governo, ricevendo rassicurazioni sullo stato di salute del militare. Lo stabile dove si trovavano i dodici militari italiani, informa la Difesa, anche se non si trovava nelle immediate vicinanze, è stato danneggiato dall’onda d’urto. È in corso il trasferimento dei dodici militari che si trovavano a Beirut alla base di Shama. Tutti hanno avvisato di persona le loro famiglie rassicurandoli sulle proprie condizioni.

CONTE: FAREMO IL POSSIBILE PER SOSTENERE LA POPOLAZIONE

“Le terribili immagini che arrivano da Beirut descrivono solo in parte il dolore che sta vivendo il popolo libanese. L’Italia farà tutto quel che le è possibile per sostenerlo. Con il ministero degli Affari esteri e il ministero della Difesa stiamo monitorando la situazione dei nostri connazionali”. Così ieri sera in un tweet il premier Giuseppe Conte.

DI MAIO: L’ITALIA È VICINA AGLI AMICI LIBANESI

“L’Italia è vicina agli amici libanesi in questo momento tragico. I nostri pensieri vanno alle famiglie delle vittime, a cui esprimiamo il nostro profondo cordoglio, e alle persone ferite, a cui auguriamo una pronta guarigione”. Così ieri sera il ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Luigi Di Maio.

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MASIERI: “A BEIRUT MACERIE E FIUMI DI VETRI, UN DISASTRO”

“Dai miei colleghi a Beirut arrivano resoconti terrificanti: raccontano di case distrutte, macerie ovunque e fiumi di vetri nelle strade. Le autorita’ parlano di centinaia di morti e feriti ma secondo me e’ difficile fare un bilancio esatto perche’ i soccorritori fanno fatica a farsi strada tra il caos e le macerie per raggiungere le zone più prossime alle esplosioni”. Cosi’ all’agenzia Dire Ilaria Masieri, responsabile programmi in Libano e Palestina per Terre des hommes, a poche ore dalla doppia esplosione che ha scosso la capitale libanese. La ong, che in Libano conta quasi 150 operatori in tutto il paese impegnati in programmi educativi e di protezione minorile rivolti sia ai libanesi che ai profughi siriani e palestinesi, ha a Beirut il suo quartier generale: “I vetri della nostra sede sono saltati sebbene disti circa 10 chilometri dal luogo delle esplosioni” riferisce Masieri, che dall’Italia continua a monitorare la situazione di sicurezza per i colleghi in Libano. Dal Paese arabo giungono racconti di deflagrazioni incredibilmente potenti, continua la referente, dal momento che sono state avvertite “anche in aeroporto”, situato anch’esso a una decina di chilometri dai luoghi delle esplosioni. I cooperanti di Terre des Hommes stanno tutti bene ma “alcuni hanno riportati danni seri all’abitazione. Ci riferiscono inoltre che i feriti sono cosi’ tanti che negli ospedali si stanno dimettendo i casi meno gravi per lasciare il posto alle vittime di questo disastro”. E il clima tra i cooperanti, come riferisce Masieri, e’ di grande “tensione e paura: a Beirut scene simili rimandano subito ai tempi bui della guerra civile e degli attentati”, sebbene al momento non ci siano conferme sulla natura degli incidenti. 

OGGI IN LIBANO GIORNATA DI LUTTO NAZIONALE

Il primo ministro del Libano, Hassan Diab, ha proclamato ieri sera, per oggi, una giornata di lutto nazionale per le vittime. Lo ha riferito la stampa locale.

Nella capitale sono ancora in azione i soccorritori per estrarre le persone dalle macerie e portare via chi è rimasto ferito a causa delle due deflagrazioni che hanno colpito il porto e un quartiere centrale della capitale. Il bilancio di morti e feriti non e’ stato ancora reso noto, ma le autorita’ hanno parlato di “un numero molto elevato” di persone coinvolte. 

PRESIDENTE AOUN: CURARE FERITI E AIUTARE SFOLLATI

Ieri sera il presidente del Libano, Michel Aoun, ha convocato una riunione di emergenza del Consiglio supremo della difesa. Su Twitter, Aoun ha fatto sapere di stare seguendo “da vicino l’evoluzione della situazione” e di aver ordinato alle forze di sicurezza di lavorare per rispondere ai danni causati dalle due deflagrazioni, conducendo pattugliamenti nei quartieri colpiti e verifiche in quelli limitrofi. Il capo dello Stato ha quindi fatto appello affinchè si faccia il possibile per curare i feriti e fornire rifugio agli sfollati.

ISRAELE SMENTISCE VOCI: “NON C’ENTRIAMO CON ESPLOSIONI”

Israele non avrebbe niente a che fare con le esplosioni avvenute nel porto e nel centro di Beirut, che hanno causato centinaia di feriti e diversi morti e di cui si ignorano ancora le cause. A dirlo sarebbero fonti anonime del governo di Tel Aviv rilanciate da diverse testate internazionali, tra le quali il quotidiano libanese ‘The Daily Star’. Il ministro degli Affari esteri israeliano, Gabi Ashkenazi, ha invece detto all’emittente Israeli N12 che le esplosioni sono state probabilmente causate da un incidente dovuto a un incendio. Subito dopo le deflagrazioni hanno iniziato a circolare sui social network voci che ipotizzano la responsabilità di Israele per il doppio incidente: almeno un luogo dove si e’ verificata l’esplosione – la più potente delle due – sarebbe secondo alcuni un magazzino di armi in possesso del partito politico e movimento armato di matrice sciita Hezbollah, tradizionale nemico di Israele.

Su Twitter la corrispondente del quotidiano emiratino The National, Joyce Karam, sottolinea che è atteso per questa settimana il verdetto del Tribunale speciale per il Libano istituito dalle Nazioni Unite per far luce sull’omicidio dell’ex primo ministro Rafiq Hariri, il padre di Sa’ad, ucciso in un attentato il 14 febbraio del 2005

(Video presi da Twitter)

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