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Salvini, lo sconforto di Cottarelli: “Da Pellico e Garibaldi alle cubiste…”

"Mi coglie un senso di sconforto in questa domenica d’agosto", dice l'ex premier in pectore su twitter

Pubblicato:04-08-2019 13:55
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:35

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ROMA – Carlo Cottarelli non ce l’ha fatta: le notizie e le immagini provenienti dalle spiagge romagnole hanno indotto l’economista a confessare via social la sua piu’ cupa disillusione per le sorti del Paese.

“Mi coglie un senso di sconforto in questa domenica d’agosto”, dice l’ex premier in pectore su twitter. Il motivo? La discussa conferenza stampa al Papeete Beach di Matteo Salvini. Di piu’: l’inno nazionale cantato e ballato in costume e bikini.

Cottarelli non ci sta. E snocciola la storia patria, dagli eroi del Risorgimento alle eroine del Papeete Beach: “Ciro Menotti, Silvio Pellico, Carlo Pisacane, Giuseppe Mazzini, i fratelli Dandolo, Goffredo Mameli, Giuseppe Garibaldi, Cesare Battisti (quello originale, eh), Guglielmo Oberdan, Nazario Sauro … le cubiste del Papeete”. E conclude: “Mi coglie un senso di sconforto in questa domenica d’agosto”.


I commenti non sono schierati unanimente col professore. Tutt’altro. Molti si schierano col ‘popolo’ del Papeete.  Marzio Messora invita Cottarelli a “disintossicarsi. Non si occupi più di Salvini… le fa male alla salute”. Alessandro Amadio difende a spada tratta Matteo Salvini e osserva che “pur di sputare su ciò che non piace al Quirinale si arriva a livelli bassissimi. Meglio, Lega 50% molto presto. Non avete capito che piu buttate letame in faccia a Salvini piu ne buttate in faccia alle idee Italiani. Offendete gli italiani, certo ricompattate fila sinistra, ma perdete voti”.

Per Leopoldo Muti, Cottarelli “ha citato il gotha della storia della massoneria. A Carle’ nun te smentisci mai…”, scrive in romanesco.

Gia’ commissario alla revisione della spesa con il governo di Enrico Letta, e’ stato direttore del Dipartimento Affari Fiscali del FMI. Nel maggio scorso ha ricevuto l’incarico per la formazione del governo. Incarico accettato con riserva e poi rimesso nelle mani del presidente della Repubblica quando si crearono le condizioni per il governo politico M5s-Lega.

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