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Selezionati i 25 finalisti del premio ‘Ict for social good’

Tutti i progetti hanno risposto al criterio fondamentale di proporre una nuova tecnologia in grado di migliorare la vita quotidiana delle comunità

Pubblicato:04-08-2017 09:43
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:35

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ROMA – “La risposta è stata straordinaria, a dimostrare che le tecnologie digitali sono dirompenti anche nei paesi del Sud del mondo”. Entusiasti gli organizzatori del premio ‘ICT for Social Good’ – di cui la DIRE è media partner – che è ufficialmente entrato nella fase finale: tre mesi per vagliare i 233 progetti innovativi arrivati da 57 Paesi del mondo, e ora finalmente sono stati selezionati i migliori 25 per individuare i due vincitori, a cui andranno rispettivamente 12 e 10 mila euro.

Tutti i progetti presentati hanno risposto al criterio fondamentale di proporre una nuova tecnologia in grado di migliorare la vita quotidiana delle comunità: dalla sanità all’agricoltura, dall’empowerment femminile al rispetto dei diritti umani, dall’educazione all’imprenditoria sociale.


I 25 candidati – autori di 18 progetti in tutto – scelti da una giuria di esperti vanno dal Ruanda alla Bosnia Herzegovina, dall’India al Ghana, passando per Cambogia, Burundi e Mozambico, solo per citarne alcuni. Kenya e Nigeria i paesi più rappresentati. Grande performance delle donne, presenti con il 40 per cento dei candidati finalisti (9 su 25), ma il dato più interessante in questo senso è che se i progetti presentati dalle donne sono stati il 25 per cento, quelli selezionati per ambire al premio ora rappresentano il 36 per cento, “dimostrando un alto livello di competenza e qualità delle proposte“, come osservano gli organizzatori in una nota. Ultimo dato evidenziato è che sette delle 18 idee arrivate in finale sono rivolte al mondo dell’infanzia.

Tra i progetti selezionati c’è ad esempio quello di Sovan Srun, che dalla Cambogia propone un sistema in grado di rendere le performance degli studenti delle aree rurali in linea con quelle dei centri urbani, migliorando la formazione di studenti e insegnanti senza bisogno della connessione a internet ma attraverso l’uso di un un pc a basso costo e di un software appositamente sviluppato.

Daniel Oulai ha ideato invece la prima biblioteca comunitaria della Costa d’Avorio per le sementi di qualità, al fine di preservare la biodiversità africana ma anche per garantire l’accesso ai giovani coltivatori alle sementi tradizionali e a corsi di formazione. Al problema del gran numero di lingue presenti in India ha risposto Sumeysh Srivastava, che ha proposto una piattaforma web che rende accessibili ai cittadini le leggi dello Stato, garantendo a tutti la comprensione dei propri diritti.

Sensibilizzare i cittadini – soprattutto le donne, sui temi della salute sessuale e riproduttiva – sta a cuore a Grace Francoise Nibizi che dal Burundi ha ideato un sistema molto semplice, che si basa sull’invio di Sms. Dalla Nigeria Elizabeth Kperrun propone addirittura due app per i più piccini: la prima, ‘Afrotalez’, aiuta i bambini a riscoprire le favole tradizionali, divertendosi e imparando attraverso i tanti contenuti educativi proposti. La seconda, ‘Teseem’ punta a facilitare e incoraggiare l’apprendimento delle lingue, tra cui l’inglese ma anche idiomi locali come l’Hausa, lo Swahili, l’Igbo e lo Yoruba.

‘Ict for Social Good’ è organizzato da Ong 2.0, Cisv, Fondazione Mission Bambini e Opes Impact Fund, ed è inoltre sostenuto da Fondazione Cariplo, Compagnia di San Paolo. SocialFare, E4Impact, Nexa Center e MoxOff forniscono infine la loro collaborazione. I vincitori saranno annunciati a fine settembre e premiati ufficialmente durante gli Open Days dell’Innovazione previsti a Milano il prossimo 6 e 7 novembre.

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