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VIDEO | Dal ddl Pillon al linguaggio sessista: dibattito a Be Pop!

'Giulietta non temere: l'attacco alle donne ai tempi del Ddl Pillon', è l'incontro della rassegna 'Be Pop! Senza perdere l'amore' che si è tenuto ieri al Caffè Nemorense a Roma

Pubblicato:04-07-2019 08:40
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:29

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ROMA – Ddl Pillon, ma anche violazione dei diritti e degli spazi delle donne, violenza di genere e linguaggio sessista. Sono solo alcuni dei sintomi del “clima politico di regressione” di un’Italia in crisi d’identità quelli individuati nel corso di ‘Giulietta non temere: l’attacco alle donne ai tempi del Ddl Pillon‘, incontro della rassegna ‘Be Pop! Senza perdere l’amore’ che si è tenuto ieri stasera al Caffè Nemorense a Roma. Ad apire la serata le attrici della Tv delle ragazze che hanno letto brani tratti dal libro di Serena Dandini e Maura Misiti ‘Ferite a morte. Protagoniste del dibattito all’aperto tra i tavolini e gli alberi del Parco Virgiliano Cecilia D’Elia, assessora alle Politiche Sociali e alle Pari Opportunità del Municipio II di Roma Capitale, Oria Gargano, presidente di Be Free, Francesca Brezzi, docente di Filosofia Morale dell’università Roma Tre, e Simona Ammerata della Casa delle Donne ‘Lucha y Siesta’.

D’ELIA: “FILOSOFIA DDL PILLON È RIVENDICAZIONE DEI PADRI SU SCELTE DELLE MADRI”

“Il disegno di legge Pillon mette fortemente in discussione l’autonomia e la libertà non solo delle donne, ma di tutti i soggetti coinvolti nella famiglia- ha dichiarato alla Dire D’Elia- Fa diventare molto difficili le separazioni perché prevede un percorso obbligatorio di mediazione familiare. Tra l’altro, facendo questo, mette in discussione indicazioni che vengono dalla Convenzione di Istanbul che dicono che in caso di violenza non ci può essere mediazione familiare. Offre una finta bigenitorialità che sostanzialmente mette in discussione l’apporto delle madri, le relazioni concrete che nelle famiglie ci sono, i desideri dei figli”. “La violenza è un dato strutturale della nostra società, dei rapporti di potere tra uomini e donne”, dice D’Elia dal palco, sottolineando come il Ddl Pillon sia “autoritario” e rappresenti una sorta “revanscismo degli uomini”, una “rivendicazione dei padri sulle scelte delle madri- chiarisce alla Dire- che in questi anni ha preso molto piede ed è dentro anche al contratto di governo”.


GARGANO: “MOMENTO BUIO, ROMPERE CULTURA DELLA CHIUSURA

Non solo Ddl Pillon, sostiene Oria Gargano, “sono i tempi di Salvini, degli insulti sessisti contro le donne, contro la capitana della Sea Watch, ma anche contro le giocatrici di calcio della Nazionale italiana, contro tutte quelle donne che in qualche maniera irrompono sulla scena uscendo da questo cliché dell’ancella che si vorrebbe imporre. Penso che un momento così duro, buio, brutto, nessuno che non sia nato nel 1920 lo possa ricordare”. “Salvare migliaia di donne non ci basta- aggiunge durante l’incontro- Vogliamo che il nostro lavoro sia trasformativo della società, perché la violenza è sistemica”. Per questo per la presidente di Be Free, cooperativa impegnata da anni sui temi della violenza di genere con centri antiviolenza e sportelli, bisogna “rompere questo guscio, andare nelle periferie e nei palazzi dei quartieri bene, fare un gran casino”, con tutti “gli uomini e le donne che non si riconoscono in questa narrazione così brutta del sociale, dei rapporti umani, con questa cultura della chiusura che non è solo chiusura dei porti, ma è chiusura psicologica, narrazione tossica”.

AMMERATA: “DDL PILLON ATACCO A TUTTO TONDO, PARTITA IN CAMPO È TOGLIERE DIRITTI”

È un attacco “a tutto tondo”, quello nei confronti delle donne per Ammerata di ‘Lucha y Siesta’, “a livello personale nel momento in cui il Ddl Pillon non è ancora in vigore ma i tribunali già cominciano a metterlo in pratica, come dimostra la decisione del Tribunale di Padova in cui un bambino è stato affidato al padre nonostante fosse chiaro che si trattava di un maltrattante”. Ma anche “a livello pubblico, nel momento in cui si riduce la possibilità di esercitare i propri diritti rispetto alla propria sessualità riproduttiva, con gli attacchi alla 194 piuttosto che con gli insulti sessisti, le minacce di stupro m, le minacce di morte che accadono a tutte le donne che prendono posizioni, da Laura Boldrini fino alla comandante Carola Rackete”. La partita per l’attivista femminista “è quella dell’ignoranza, della analfabetizzazione ai diritti, quella in cui mentre fanno il panico per la Sea Watch vengono tagliati 4 miliardi per la scuola pubblica e 2 miliardi per la sanità. Questa è la partita in campo: togliere i diritti, creare un popolo ignorante e povero, arrabbiato però senza sapere con chi prendersela”.

BREZZI: “LINGUAGGIO SESSISTA VEICOLO DI CONTENUTI D’ODIO, SERVE CULTURA DELLA COMPLESSITÀ”

E secondo la filosofa, Francesca Brezzi, è il linguaggio ad essere “fondamentale per quanto riguarda la diffusione di contenuti d’odio e di aggressività che sentiamo prevalere in questo periodo”. Parole che ricalcano “gli stereotipi legati alla naturale debolezza delle donne”, frasi regressive che insistono sul fatto che “il luogo delle donne è la casa, non la polis, non l’agorà”. Un prima e un dopo nel linguaggio utilizzato, Brezzi lo individua proprio “in questi momenti in cui si parla di Decreto Sicurezza, di Ddl Pillon”, ma “i responsabili sono tanti, non solo tutti coloro che praticano l’odio, ma anche gli uomini e le donne che non si oppongono a questa situazione”. Tornare ad una “cultura della complessità” è una delle strade indicate dalla filosofa, per fare dei passi “verso soluzioni concrete e creative”, accanto all’uso di “un linguaggio sessuato, non sessista, che riconosca la specificità del femminile”. Al termine del dibattito si è svolta un’asta di beneficenza delle fotografie delle fotoreporter Yara Nardi, Sara Cervelli, Cecilia Fabiano e Filippo Monteforte per sostenere la Casa delle Donne ‘Lucha y Siesta’. La rassegna ‘Be Pop!’ si concluderà domani, giovedì 4 luglio, con l’incontro-evento ‘Una repubblica democratica fondata sul lavoro (cit.)’, organizzato con l’associazione Terra! Onlus, dedicato al lavoro, strumento di integrazione, ma anche di sfruttamento.

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