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La storia del Mah Jong? Si nasconde tra i container del porto di Ravenna

Un film racconterà la storia di questo gioco che arriva dalla Cina ha una delle sue culle naturali nel porto di Ravenna, grazie alla Via delle Seta. Ieri le riprese tra i container del porto

Pubblicato:04-07-2019 14:16
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:29
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BOLOGNA – Avete presente il gioco Mah Jong? Quel gioco a quattro in cui bisogna creare il maggior numero di combinazioni con le tessere? Ebbene, se è abbastanza noto che il gioco sia nato in Cina probabilmente nel XIX secolo, non tutti sanno che una delle sue ‘culle’ naturali è il porto di Ravenna, dove arrivò grazie alle navi cinesi che solcavano la Via della Seta.

Letteralmente, il nome Mah Jong significa “uccello di canapa”: il gioco, dopo essersi diffuso tra Italia e Cina, ha poi preso piede anche nel resto del mondo, a partire da Stati Uniti e Giappone. Antesignano di alcuni giochi moderni (per certi versi può ricordare Scala quaranta o ramino), il Mah Jong nacque dunque tra Shangai e Ravenna 90 anni fa, visto che a Ravenna arrivò a bordo delle navi cinesi che approdavano al porto.

Di questo gioco – e del suo legame con Ravenna- parlerà il film “Il Drago di Romagna” del regista Gerardo Lamattina: l’idea è proprio quella di raccontare la storia del gioco del Mah Jong e del suo intreccio con la città di Ravenna, che ha dato al gioco un’anima ‘made in Italy’. E infatti è proprio al porto che ieri sono state girate alcune scene chiave della pellicola, all’interno del TCR, il Terminal container Ravenna. 



Quella girata ieri, spiega il regista Lamattina, è “una delle scene più significative legata al movimento delle grandi gru ma anche al lavoro portuale ed all’immagine complessiva del porto ed in fondo”. Visti dall’alto, poi, i container potrebbero assomigliare molto alle pedine del Mah Jong sulle stecche del tavolo da gioco. Il film è coprodotto da Micromedia (Cina), Popcult (Italia), Regione Emilia-Romagna e può contare sul contributo del Comune di Ravenna. Protagonista del film è la ravennate Dilva Ragazzini.

“Ci fa piacere che in un contesto tecnologico moderno come il nostro terminal trovi adeguata ambientazione la storia singolare del Mah Jong e della sua diffusione iniziata nel nostro porto”, ha commentato il presidente dei TCR, Giannantonio Mingozzi.


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