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BOLOGNA – Avete presente il gioco Mah Jong? Quel gioco a quattro in cui bisogna creare il maggior numero di combinazioni con le tessere? Ebbene, se è abbastanza noto che il gioco sia nato in Cina probabilmente nel XIX secolo, non tutti sanno che una delle sue ‘culle’ naturali è il porto di Ravenna, dove arrivò grazie alle navi cinesi che solcavano la Via della Seta.
Letteralmente, il nome Mah Jong significa “uccello di canapa”: il gioco, dopo essersi diffuso tra Italia e Cina, ha poi preso piede anche nel resto del mondo, a partire da Stati Uniti e Giappone. Antesignano di alcuni giochi moderni (per certi versi può ricordare Scala quaranta o ramino), il Mah Jong nacque dunque tra Shangai e Ravenna 90 anni fa, visto che a Ravenna arrivò a bordo delle navi cinesi che approdavano al porto.
Di questo gioco – e del suo legame con Ravenna- parlerà il film “Il Drago di Romagna” del regista Gerardo Lamattina: l’idea è proprio quella di raccontare la storia del gioco del Mah Jong e del suo intreccio con la città di Ravenna, che ha dato al gioco un’anima ‘made in Italy’. E infatti è proprio al porto che ieri sono state girate alcune scene chiave della pellicola, all’interno del TCR, il Terminal container Ravenna.
Quella girata ieri, spiega il regista Lamattina, è “una delle scene più significative legata al movimento delle grandi gru ma anche al lavoro portuale ed all’immagine complessiva del porto ed in fondo”. Visti dall’alto, poi, i container potrebbero assomigliare molto alle pedine del Mah Jong sulle stecche del tavolo da gioco. Il film è coprodotto da Micromedia (Cina), Popcult (Italia), Regione Emilia-Romagna e può contare sul contributo del Comune di Ravenna. Protagonista del film è la ravennate Dilva Ragazzini.
“Ci fa piacere che in un contesto tecnologico moderno come il nostro terminal trovi adeguata ambientazione la storia singolare del Mah Jong e della sua diffusione iniziata nel nostro porto”, ha commentato il presidente dei TCR, Giannantonio Mingozzi.
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