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Oltre 2.000 in corteo a Faenza per dire no al piano industriale Allegion-Cisa

Il piano presentato dal nuovo presidente della multinazionale americana prevede la delocalizzazione delle lavorazioni meccaniche e 238 licenziamenti a Faenza e 20 Monsampolo di Ascoli.

Pubblicato:04-07-2015 11:19
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:25

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corteo marcheUn corteo di oltre 2.000 persone ha sfilato questa mattina a Faenza al fianco dei lavoratori della Allegion-Cisa contro il piano presentato dal nuovo presidente della multinazionale americana che ha 8.500 lavoratori nel mondo di cui 2.300 in Europa e 760 in Italia, Lucia Veiga Moretti che prevede la delocalizzazione delle lavorazioni meccaniche e 238 licenziamenti a Faenza e 20 Monsampolo di Ascoli. Al termine del corteo, a cui ha partecipato anche il segretario generale Uil Carmelo Barbagallo, hanno parlato i segretari generali di Fim, Fiom, Uilm: Marco Bentivogli, Maurizio Landini e Rocco Palombella. Barbagallo ha promesso che il sindacato si batterà con tutti “gli strumenti contrattuali e legislativi perché quelle produzioni siano fatte in sicurezza e nel rispetto dell’ambiente. Su questa partita, dunque- ha concluso Barbagallo- ha fatto bene il Governo a intervenire con decisione: ora bisogna collaborare e agire per dare continuità produttiva e occupazionale a quei siti e a tutte quelle altre realtà che vivono situazioni analoghe”.

“Dopo aver costretto alla retromarcia gli americani di Whirlpool- ha detto Bentivogli- lo faremo anche con la Allegion-Cisa, perché la ricetta per il rilancio si chiama investimenti e salvaguardia dell’occupazione non tagli. L’azienda deve investire in macchinari, che ad oggi sono ancora quelli degli anni ’70. Ci aspettiamo un cambio di piano già a partire dal prossimo incontro, che si terrà il 16 luglio prossimo presso il Ministero dello Sviluppo Economico”.


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