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La via di Conte tra ‘concordia nazionale’ e proteste di piazza, mentre per Roma si ‘lavora’ su David Sassoli

L'editoriale del direttore Nico Perrone per Dire Oggi

Pubblicato:04-06-2020 15:17
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:26

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ROMA – “Il presidente del Consiglio ha capito al volo, ha colto il segnale che gli abbiamo inviato e nella sua conferenza stampa ha rilanciato… ora vedremo come gestirà la fase della rinascita”. Questa, in sintesi, la posizione su cui si ritrovano esponenti Dem di diversa sensibilità politica. La fase dell’emergenza sanitaria è alle spalle, certo bisogna fare ancora attenzione, aspettare i prossimi 8-10 giorni per vedere se ci saranno nuovi focolai, ma adesso l’attenzione politica è tutta centrata sul piano di rinascita, sulla strada che si dovrà imboccare per superare quella che sempre più diventerà vera emergenza economica e sociale.

Il Pd in questa fase sta creando una cintura per tenere su il Governo e il presidente Conte – continua il ragionamento dei Dem- lo stesso appello del segretario Zingaretti, quello di lavorare per una ‘concordia nazionale… che non significa fare inciuci’, serve proprio per gestire al meglio questa fase, soprattutto a livello parlamentare dove ci sono leggi da approvare al più presto con miliardi di euro da distribuire…”.

Insomma, quello che si capisce da voci diverse, nel momento in cui la situazione diventerà sempre più difficile per milioni e milioni di famiglie, con probabili tensioni e proteste di piazza, “non è possibile che il Parlamento si trasformi in ring, dove ci si mena e si blocca tutto”. Per questo si continuerà a chiedere collaborazione, visto che «dentro Forza Italia, ma anche nella stessa Lega», si sottolinea, ci sono orecchie sensibili, gente che pensa al bene comune e non solo di parte.


Altro tema sensibile è il Comune di Roma, dove tra un anno si voterà per il nuovo sindaco. Raggi, sindaca uscente, sta girando le sette chiese per trovare appoggi alla sua ricandidatura in deroga a quanto stabilito dalle regole del M5S. Roberta Lombardi, capogruppo ‘grillina’ alla Regione Lazio, l’ha subito stoppata: “Se passasse il superamento della regola dei due mandati sarebbe uno stravolgimento grande che rimetterebbe in discussione tante persone, iscritti e simpatizzanti all’interno del Movimento”.

Con buona pace della sindaca uscente, toccherà al Pd, primo partito della città, trovare il candidato da offrire alla coalizione. A quanto si apprende, si è al lavoro su David Sassoli, ora presidente del Parlamento europeo: “Per adesso nicchia – dice un Dem – ma nutriamo buone speranze di farcela”. Anche perché a metà mandato, questo l’accordo firmato a suo tempo, Sassoli dovrà lasciare la presidenza al Partito popolare europeo.

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