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I pm contabili in Lombardia: “Lo smart working complica la nostra attività”

Le preoccupazioni dal procuratore regionale Luigi Cirillo sono contenute nella relazione per l'inaugurazione dell'anno giudiziario

Pubblicato:04-06-2020 12:18
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:26
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lavoro agile
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MILANO – Lo ‘smart working emergenziale’, imposto dall’emergenza sanitaria legata all’epidemia da covid-19 e previsto per tutti i pubblici uffici, incide non poco sulle attività della Procura lombarda della Corte dei Conti, come evidenziato dal procuratore regionale Luigi Cirillo in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Se “l’attività requirente in astratto può essere svolta da remoto”, in concreto “non sempre ciò è possibile o opportuno, vuoi per problemi di riservatezza, di attendibilità o di completezza della prova“, vuoi per “la ineliminabile presenza di documentazione non informatica”.

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Per questo, la Corte dei Conti auspica che “prima di prevedere e disciplinare in maniera generalizzata una gestione delle attività a distanza”, sarà bene “tenere presenti le peculiarità delle realtà su cui si va ad incidere e la concreta efficienza ed efficacia del telelavoro”. Questo “se non si vuol cadere in una finzione giuridica che finirebbe per confondere virtuale e reale”.


Cirillo fa l’esempio di un’audizione necessaria di una persona informata sui fatti, oppure di “esposti provenienti da privati, eliografie progettuali, documenti originali in cartaceo, atti da indagini penali ancora secretate, sentenze con formula esecutiva, notifiche ad invitati a dedurre o convenuti non difesi da avvocato”, a cui si aggiungono i sempre possibili problemi di accesso “delle parti e dei difensori agli originali cartacei”. Insomma, “l’esperienza recente evidenzia che la gestione ‘informatica’ delle vertenze– sottolinea Cirillo- risulta di maggiore complessità e farraginosità per alcune attività magistraturali, soprattutto in presenza di documentazione non inserita a sistema”.

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Ad esempio, tutti i progetti amministrativi e la programmazione dell’attività messi in cantiere alla fine del 2019 “presupponevano la presenza fisica in sede ed il maneggio di fascicoli cartacei”, mentre adesso “si rende necessario riprogrammare e ripensare le modalità– ammette il procuratore- a volte duplicando attività già intraprese“. Tuttavia, la Procura della Corte dei conti, come sottolineato da Cirillo, “porrà in essere ogni possibile iniziativa tesa all’efficientamento della propria attività, onde realizzare la propria missione costituzionale”.

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