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Traffico illecito di rifiuti, 5 arresti nell’inchiesta su mega discarica di Lentini

Gli investigatori, hanno rivelato lanche e "pressioni" esercitate da esponenti del clan mafioso Nardo per ottenere l'affidamento di un chiosco-bar all'interno dello stadio

Pubblicato:04-06-2020 09:54
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:26

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PALERMO – Associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione continuata, rivelazione di segreto d’ufficio e concorso esterno in associazione mafiosa. Questi i reati di cui dovranno rispondere nove indagati dalla procura di Catania che ha chiesto e ottenuto dal gip cinque arresti, di cui due in carcere e tre ai domiciliari, e quattro misure cumulative di obbligo di firma e di dimora.

Il blitz e’ stato portato a termine dai finanziari del Comando provinciale di Catania, in collaborazione con il Servizio centrale investigazione criminalita’ organizzata (Scico) e con il supporto del Gruppo aeronavale di Messina delle fiamme gialle. L’indagine riguarda “l’illecita conduzione” della discarica di Lentini, in provincia di Siracusa, la piu’ estesa della Sicilia, gestita dalla societa’ commerciale ‘Sicula Trasporti’. Gli investigatori, inoltre, hanno rivelato le “pressioni” che sarebbero state esercitate da esponenti del clan mafioso Nardo finalizzate a ottenere l’affidamento di un chiosco-bar all’interno dello stadio in cui gioca la Sicula Leonzio, che attualmente milita in serie C. Decisi anche sequestri preventivi a carico del Gruppo Leonardi per complessivi 116 milioni di euro. 

Il principale indagato nell’inchiesta e’ Antonino Leonardi, noto come Antonello, di 57 anni, amministratore di fatto della Socula Trasporti Srl e della Gesac Srl, oltre che amministratore di diritto della Sicula Compost Srl, che e’ finito in carcere. Ai domiciliari Salvatore Leonardi, fratello di Antonino, di 47 anni, socio della Sicula Trasporti Srl e della Gesac Srl. Obbligo di firma e di dimora Francesco Nicotra, di 36 anni, responsabile dell’impianto di compostaggio di Grotte San Giorgio, a Catania, da dove provenivano una parte dei rifiuti poi conferiti illecitamente in discarica, e Francesco Zappala’, di 52 anni, responsabile dell’impianto di trattamento meccanico-biologico da cui nascevano i rifiuti conferiti poi in discarica.


I quattro, secondo gli investigatori, avevano messo in piedi una “associazione a delinquere finalizzata alla commissione reiterata di attivita’ organizzate per il traffico illecito di rifiuti e di frode in pubbliche forniture”. Tra le accuse anche quella di una “pervasiva pratica corruttiva” come “strumento utile a eludere i controlli e a ottenere dalle pubbliche amministrazioni competenti provvedimenti amministrativi favorevoli”.

Obbligo di firma e di dimora anche per i fratelli Francesco e Nicola Guercio, di 49 e 59 anni, amministratori della Edile Sud Srl. Ai domiciliari due impiegati pubblici: Vincenzo Liuzzo, 57enne dirigente della sede siracusana di Arpa Sicilia, addetto ai controlli ambientali, e Salvatore Pecora, 63 anni, istruttore tecnico presso il Libero consorzio comunale di Siracusa, addetto al controllo sulla gestione dei rifiuti. In carcere, infine, Filadelfio Amarindo, 68 anni, dipendente della Sicula Trasporti Srl, accusato di concorso in associazione mafiosa. 

GLI INQUIRENTI: “SMALTIMENTO ILLECITO SISTEMATICO” 

Un “perdurante e sistematico illecito smaltimento dei rifiuti solidi urbani provenienti da oltre 200 Comuni siciliani convenzionati con la Sicula Trasporti”. È quanto sostengono gli inquirenti della Procura e della guardia di finanza. Secondo gli investigatori “un enorme quantitativo di rifiuti, strutturalmente non piu’ gestibile secondo le prescrizioni di legge, finiva in discarica senza alcun trattamento preliminare”. Sarebbero state saltate, infatti, alcune fasi di lavorazione del ciclo dei rifiuti essenziali per individuare i materiali non ammissibili in discarica o quelli da destinare al recupero. A capo del sistema la famiglia Leonardi, che gestiva la discarica e l’impianto di Tmb e compostaggio: una gestione che secondo le fiamme gialle sarebbe stata “orientata all’esclusivo perseguimento di utili attraverso il mantenimento delle convenzioni con i Comuni pur non essendo gli impianti nelle condizioni di poter piu’ adempiere alle prescrizioni fissate dalle stesse autorizzazioni amministrative”.

DA DISCARICA LENTINI ANCHE PERCOLATO CHE FINIVA NEL SUOLO

Percolato derivante da rifiuti altamente putrescibili che invece di finire sul fondo delle vasche e poi stoccato nei silos veniva sversato nel suolo e nelle acque circostanti. È una delle accuse rivolte dalla Procura e dalla guardia di finanza di Catania agli indagati nell’inchiesta sulla gestione della discarica siracusana di Lentini. Nella discarica finivano rifiuti di ogni tipo “in grado di formare percolati – spiegano le fiamme gialle – e di produrre biogas creando cosi’ concreti presupposti per l’emissione diffuse di maleodoranze oltreche’ di gas serra”.

Tra i rifiuti che venivano conferiti “tal quali” in discarica anche frigoriferi interi, contenenti al loro interno ancora il poliuretano, pneumatici, materassi, oggetti di plastica, metallo e carta recuperabili, pasti provenienti da mense ancora integri e rifiuti speciali sanitari. Un conferimento illecito in discarica che secondo gli investigatori avrebbe “determinato” anche una evasione del tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi pari, per il solo 2018, a oltre 6,2 milioni di euro.

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