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VIDEO | ‘Renew Africa’: il progetto europeo per illuminare con l’energia sostenibile

Firmata a Roma da 21 organizzazioni, aziende e realtà industriali una dichiarazione d'intenti: "Investiamo nelle rinnovabili africane"

Pubblicato:04-06-2019 15:03
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:22

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ROMA – “Oggi ci sono l’entusiasmo e l’impegno per un’interlocuzione con la nuova Ue, nella convinzione che investire nelle rinnovabili africane crei valore da tutti i punti di vista”: così all’agenzia Dire Antonio Cammisecra, amministratore delegato di Enel Green Power e presidente della piattaforma Res4Africa. L’occasione dell’intervista è la firma a Roma da parte di 21 organizzazioni, aziende e realtà industriali della dichiarazione d’intenti per ‘Renew Africa’, un’iniziativa europea in favore dello sviluppo di fonti alternative ai combustibili fossili.

“Far sedere 21 concorrenti di varie nazionalità allo stesso tavolo non è stato facile ma ce l’abbiamo fatta” la premessa di Cammisecra. “Questo crea entusiasmo e adesso lavoriamo per preparare un programma di estremo dettaglio da presentare all’Ue, non appena avremo nuove istituzioni, con la prospettiva di una interlocuzione a livello più alto, politico”.

Secondo l’amministratore delegato, ‘Renew Africa’ prefigura “un programma europeo con l’Africa, una cornice che l’Ue dovrà poi decidere se adottare o meno”.


Cammisecra sottolinea che il traguardo potrà essere raggiunto se ci sarà il “supporto di tutti governi dei Paesi membri”. Ci sarebbero a ogni modo ragioni per essere ottimisti, secondo il manager: “Il programma è così ben concepito che crea valore da tutti i punti di vista e allora non si vede perché l’Europa non possa impegnarsi”. Secondo Cammisecra, l’iniziativa non nasce da una prospettiva di cooperazione allo sviluppo quanto piuttosto da una presa d’atto delle opportunità economiche e pratiche. “Stiamo parlando di scrivere le regole perché pensiamo che sia profittevole investire nelle rinnovabili africane e che oggi però mancano le regole” sottolinea il manager. “Puntiamo a una scala e una velocità un po’ diverse rispetto a quelle della cooperazione allo sviluppo: vogliamo una ‘industrial initiative’ che sfoci in un programma Ue capace di attrarre investimenti dell’ordine di grandezza di centinaia di miliardi di dollari nei prossimi 15 anni“.

La firma della dichiarazione è stata ospitata da Res4Africa, una piattaforma di cooperazione tra le realtà pubbliche e private impegnate per le rinnovabili. L’iniziativa è stata sottoscritta sia da aziende che da istituzioni.

Tra i firmatari Abb, Cassa depositi e prestiti, Dnl Gv, Edp Renewables, Enel Green Power, Ge Renewable Energy, Intesa Sanpaolo, Nordex, Energy Research, Norfund, Poyry, Prysmian, PwC, Rec Group, Siemens Gamesa, sma, Solar Power Europe, Soltec, Total Eren e Vestas.

VIGOTTI (RES4AFRICA): INDUSTRIA E UE FANNO SISTEMA

Entro un mese anche la Banca europea degli investimenti dovrebbe mettere la propria firma su ‘Renew Africa’, l’alleanza industriale per le rinnovabili a sud del Mediterraneo: lo anticipa all’agenzia ‘Dire’ Roberto Vigotti, segretario generale di Res4Africa, la piattaforma che promuove l’iniziativa.

“Per il prossimo settennato, dopo la fase dedicata all’Europa dell’est, a Bruxelles è previsto un grande sforzo dedicato all’Africa” sottolinea Vigotti. Convinto che la prospettiva debba essere “un sistema con leggi e programmi che permetta agli industriali di investire con facilità”.

Secondo il segretario, “l’Africa oggi è una sfida ma potenzialmente tra 15 o 20 anni sarà un continente sano e in sviluppo, capace di dialogare alla pari con l’Europa”. In questa prospettiva, l’iniziativa sottoscritta oggi dalle aziende dovrebbe ottenere al più presto il sostegno della Commissione Ue e della Banca europea per gli investimenti (Bei). “Entrambe hanno accettato il fatto che ‘Renew Africa’, che è un’espressione volontaria, è diventata un fattore importante” dice Vigotti.

“La Bei ci chiamerà a Lussemburgo entro un mese per una condivisione ad altissimo livello, forse con la firma del vicepresidente Dario Scannapieco”. Quella di oggi, dunque, sarebbe una tappa di un percorso destinato ad approfondirsi. “La settimana prossima ci sarà la firma della Bocconi e poi verranno tutti gli altri” dice Vigotti. Convinto che la prospettiva sia allo stesso tempo economica, ambientale e sociale. “Che tra 20 anni in Africa ci siano ancora mezzo miliardo di persone senza luce è inaccettabile” sottolinea il segretario. In linea, in questo, con le preoccupazioni e le speranze espresse oggi.

Secondo i dati presentati a margine della cerimonia per l’accordo, proiezioni al 2030 indicano che in assenza di interventi il numero degli africani privi di accesso alla corrente elettrica rischia di aumentare, superando quota 600 milioni.

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