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Mafie, Ingroia: “Chiesa deve fare ‘grande politica’? Anche i giudici”

ROMA - “La mafia non ha vinto la sua

Pubblicato:04-06-2016 19:58
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:49

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papa_ingroiaROMA – “La mafia non ha vinto la sua guerra, ma neppure l’hanno vinta del tutto le persone oneste perché le mafie ci sono ancora, e non solo in Italia. Purtroppo è mancata finora la politica, la politica con la P maiuscola”. Lo ha detto Antonio Ingroia intervenendo all’incontro tra magistrati, procuratori e giudici di diversi Paesi sul problema della tratta e degli altri crimini ad essa collegati. Una due giorni organizzata dalla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali che ha visto la presenza, nella prima giornata, anche di Papa Francesco. “Due cose- ha aggiunto l’ex pm- vedo indispensabili per cambiare verso, per potere cambiare il mondo, per non rassegnarsi alla convivenza con la peggiore schiavitù moderna che è quella delle organizzazioni criminali che tengono in scacco intere comunità nazionali in varie parti del mondo. Innanzitutto, è necessaria la totale ed effettiva indipendenza del potere giudiziario dal potere politico, in tutte le sue articolazioni. Papa Francesco ha poi affermato che ‘la Chiesa deve mettersi in politica per fare grande politica perché la politica è una delle forme più alte della carità’. Ebbene, ed ecco la seconda cosa, deve farlo anche la magistratura. Io dico che la magistratura, spesso accusata di fare politica solo perché si oppone alla cattiva politica, deve fare politica nello stesso modo“.

“Pretendere la propria effettiva indipendenza e autonomia è fare buona politica, fare alta politica, grande politica. E fare grande politica significa pretendere che la politica supporti e non ostacoli la magistratura e ne garantisca la autonomia ed indipendenza, invece di limitarla. Significa- ha concluso Ingroia- applicare la legge facendo giustizia, e quindi proteggendo i più deboli e applicando la legge nei confronti di tutti, senza distinzioni anche nei confronti dei potenti, se necessario, anche se fossero Capi di Stato”.


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