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Silk-Faw svela il maxi polo reggiano delle auto del futuro

Il presidente della joint venture Joanthan Krane investirà un miliardo nell'operazione, che creerà un migliaio di posti di lavoro

Pubblicato:04-05-2021 13:01
Ultimo aggiornamento:04-05-2021 13:01

silk-faw auto elettriche
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REGGIO EMILIA – Sorgerà nella frazione di Gavassa, creerà circa mille nuovi posti di lavoro (più l’indotto) e prevede di sfornare la prima “auto del futuro” all’inizio del 2023. È la carta di identità del nuovo maxi polo produttivo delle super-auto elettriche, il top di gamma del settore, che Silk-Faw ha deciso di installare a Reggio Emilia. L’ufficialità della notizia è arrivata in serata da Jonathan Krane, presidente della joint venture fra l’americana Silk Ev e il colosso automobilistico cinese Faw, che investirà nell’operazione circa un miliardo. “Siamo molto orgogliosi di poter chiamare Reggio Emilia la nostra nuova casa”, conferma Krane in videocollegamento dagli Stati uniti. Il sindaco Luca Vecchi parla di “una giornata di portata storica che conferma anche la vocazione della nostra città all’innovazione e allo sviluppo sostenibile” per entrare poi in alcuni dettagli concreti dell’iniziativa.

L’area prescelta per lo stabilimento produttivo misura 300.000 metri quadri e si trova nella parte nord est della città, a pochissima distanza da tre nodi viari strategici: la fermata dell’Alta Velocità, il casello dell’A1, e la tangenziale nord di Reggio. Si tratta, afferma il primo cittadino, “di un’area la cui vocazione produttiva risale a molti anni fa, urbanizzata e urbanizzabile, in cui da questo punto di vista l’intervento ha una sua razionalità”. Una volta che Silk-Faw avrà acquistato il terreno (l’accordo sarebbe stato raggiunto in queste ore) “non occorrono particolari varianti o autorizzazioni urbanistiche e potrà partire da subito con i lavori”, chiosa il primo cittadino.

“L’Emilia-Romagna viene scelta per realizzare un progetto di portata mondiale“, sottolinea Stefano Bonaccini, presidente della Regione. “Abbiamo puntato su ricerca e sviluppo, su innovazione e saperi e oggi raccogliamo i frutti di quelle scelte. Vince l’Emilia-Romagna, dunque, e con essa il Paese”, aggiunge Bonaccini. Piena soddisfazione viene espressa da Fabio Storchi, presidente di Unindustria Reggio Emilia, per cui la nuova filiera del “lusso italiano, made in Reggio Emilia” non è “solo un’iniezione di capitale fresco, ma anche un’occasione straordinaria di lavoro per centinaia di imprese, sia nella filiera dell’edilizia, sia nella catena di fornitura industriale, oltre che per migliaia di nuovi occupati, moltissimi dei quali giovani”. Nei giorni scorsi è arrivato anche il benestare dei sindacati che dallo scorso giugno, quando la trattativa è cominciata, sono stati tenuti al corrente della sua evoluzione.


“Un’ottima notizia per la nostra economia, per il lavoro, per tutto il nostro territorio”, dice Stefano Landi, Commissario straordinario della Camera di commercio reggiana. La decisione della cordata cinese-americana “rappresenta innanzitutto la conferma che viviamo in un territorio capace di attrarre grandi risorse grazie ai suoi livelli di sviluppo, alla sua solidità, alle sue reti di servizi e ad una comunità orientata al fare e al costruire”, evidenzia Landi. “È poi evidente che le positive ricadute saranno ampie per il nostro territorio in termini di generazione di lavoro e ricchezza”, conclude.

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