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Visionarie, al centro della seconda giornata ‘pregiudizi inconsapevoli’ e ‘gender gap’

biettivo del festival che per 3 giorni animerà Palazzo Merulana e' rappresentare linguaggi artistici e cinematografici al femminile

Pubblicato:04-05-2019 11:27
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:25
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ROMA – Al centro della seconda giornata di ”Visionarie” l’interessante workshop su come i pregiudizi inconsapevoli fanno leva sul nostro agire quotidiano, ovvero quando la discriminazione è inconscia.

A condurlo la produttrice Paula Alvarez Vaccaro, docente alla Kingston University di Londra e produttrice, che spiega come i pregiudizi inconsapevoli, i così detti “Unconscious bias”, si generano in giovane età e sono espressione di quella che potremmo definire “discriminazione di genere involontaria”, ovvero inconscia. “Sotto la categoria di discriminazione inconscia si possono raggruppare – spiega – tutti quegli atteggiamenti che, essendo profondamente radicati nelle nostre abitudini, riteniamo normali ma che in realtà hanno un’origine discriminatoria. Su queste attitudini mentali, che ci accompagnano nella vita di tutti i giorni, spesso formiamo le nostre percezioni, soprattutto senza rendercene conto. Parlare dei pregiudizi inconsapevoli  – aggiunge Paula Alvarez Vaccaro  – è un modo per decodificarli attraverso la presa di coscienza limitandone gli effetti negativi che ne derivano”.


Dai pregiudizi inconsapevoli si passa al panel su “Gender Gap” a cui sono state chiamate a confrontarsi in merito a pregiudizi e diseguaglianze di genere nell’industria audiovisiva Adele Tulli, Paula Alvarez Vaccaro, Domizia De Rosa (Women in Film, Television & Media Italia) Maura Misiti (progetto ricerca DEA), Anna Kristina Kappelin (Console onorario di Svezia – Swedish Film Institute). “E’ nella pratica che inizia il cambiamento – dice Domizia De Rosa –  rispondendo alla domanda su “cosa si può fare”. In Svezia  dice – Anna Kristina Kappelin  – si sta puntando al rispetto delle quote tra uomini e donne – cinquanta cinquanta  – per garantire pluralità e qualità e questo sistema sta funzionando, le strutture stanno cambiando – spiega – e le donne cominciano a fare newtwork e questa è una cosa importante. Si tratta di un’espressione di democrazia che sta producendo un cambiamento. In Svezia le logiche egualitarie stanno dando frutti” .

In Italia spiega invece Maura Misiti anche reperire i dati relativi alla presenza delle donne nel settore audiovisivo è molto complesso.Per Giuliana Aliberti, avvocato esperta di diritto d’autore “si tratta di costruire una nuova consapevolezza sociale anche con politiche pubbliche. Qualcosa in Italia si sta muovendo e la legge Franceschini promuove la parità di genere”

Per Adele Tulli, regista di Normal  distribuito da Istituto Luce Cinecittà e che vince il Premio Millennial Visionaria, è importante una riflessione sulle dinamiche identitarie. “In Normal – dice – volevo sperimentare un cambio di prospettiva, concentrandomi proprio su ciò che viene considerato convenzionale, normativo, normale. L’idea è di creare degli accostamenti che riescano a provocare un senso di straniamento e di sorpresa davanti allo spettacolo della “normalissima” realtà di tutti i giorni. Normal intende suscitare una riflessione sulle complesse dinamiche sociali attraverso cui costruiamo e abitiamo le nostre identità di genere”

Si tratta di temi sensibili che racconta nel suo documentario con sguardo lucido e non di rado leggero e venato di ironia, chiamando lo spettatore all’osservazione del contesto in cui normalmente viviamo. Un ‘Comizi d’amore’ di oggi, aggiornato a un paese che è cambiato ben più di quanto a volte i media o le rappresentazioni politiche possano raccontare.

Visionarie, che terminerà domani 5 maggio, vede a confronto donne protagoniste del mondo del cinema, dell’audiovisivo e della cultura in un’occasione di approfondimento che ben viene messa a fuoco da Letizia Casuccio, direttore CoopCulture che dice: “Credo che essere Visionarie stia nella sensibilità del racconto, del lavorare, del fare, andando oltre una prospettiva solo di genere. Visionaria è per me chi riconosce nell’altro la possibilità di arricchimento, emancipazione e autoaffermazione. Chi sa cogliere da una situazione di dialogo un’occasione di interrelazione, per unire le forze verso una prospettiva fatta di cooperazione, di ingaggio e di dialogo, dove rafforzarsi attraverso il supporto reciproco, nato dalla soddisfazione di esigenze complementari. Questo è essenzialmente lo spirito con il quale facciamo le cose qui a Palazzo Merulana, nato dalla sinergia di fondazione Elena e Claudio Cerasi e di CoopCulture: un incubatore sociale e culturale di costante crescita e creatività, un centro di promozione culturale, fucina di scambio, condivisione e sviluppo di progetti sperimentali, tra cui proprio questo”.

“Visionarie” è realizzato In partnership con Fondazione Elena e Claudio CerasiCoopCulturePalazzo Merulana, con il patrocinio del MIUR – Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca,Istituto GiannelliAPA – Associazione Produttori Audiovisivi, con il supporto di Roma Lazio Film Commission, in collaborazione con Film Commission Regione CampaniaCSC – Centro Sperimentale di Cinematografia, SNGCI – Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici ItalianiScuola d’Arte Cinematografica Gian Maria VolontèAccademia di Cinema e Televisione Griffith, Swedish Film InstituteSIL – Società Italiana delle Letterate, media partner Rai FictionDire, Bookciak MagazineFabrique du Cinema, partner Euro Forum Comunicazione, sponsor tecnici ArkageUn Altro Caffè,Casale Del GiglioLa Parolina, è prodotto da GAFF. Un ringraziamento particolare va a Marilena Citelli Francese per il sostegno organizzativo, Kistina Kappelin per favorire i legami culturali tra Svezia e Italia ospitando la vincitrice del Premio Visionarie a Villa San Michele e Shirin Neshat per aver concesso l’utilizzo delle immagini simbolo della comunicazione.

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