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Delitto Pamela Mastropietro, il legale: “Vogliono scaricare tutte le colpe su uno”

Il 5 maggio a Roma i funerali, con lutto cittadino

Pubblicato:04-05-2018 10:13
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:50
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ROMA – Il 5 maggio si terranno a Roma i funerali di Pamela Mastropietro, la ragazza massacrata tre mesi fa a Macerata. Il sindaco di Roma, Virginia Raggi, ha indetto il lutto cittadino. La ragazza era scappata dalla comunità Pars di Corridoni, e dopo avere assunto una dose di eroina è stata stordita, violentata e uccisa con due coltellate al fegato. Il corpo è stato poi fatto a pezzi e nascosto in due trolley. Le indagini non sono ancora concluse, gli indagati, Innocent Oseghale, Desmond Lucky e Lucky Awelima, sono tutti e tre di origine nigeriana.

La cerimonia funebre inizierà alle 11 presso la parrocchia di Ognissanti a Roma, la salma sarà poi tumulata al cimitero del Verano. La Raggi ha firmato il 26 aprile un’ordinanza con cui ha proclamato il “lutto cittadino nel giorno della celebrazione. Negli edifici di Roma Capitale, delle società, delle aziende, delle istituzioni e delle fondazioni che fanno capo a Roma Capitale, per tutta la giornata di lutto cittadino, sarà esposta a mezz’asta o abbrunata in segno di lutto la bandiera di Roma Capitale”. “Abbiamo scelto il primo sabato del mese dedicato alla Vergine Maria- hanno spiegato i familiari- vista la devozione che aveva Pamela. Avremo finalmente un luogo dove piangerla, dove poterle portare un fiore o recitare una preghiera”.

Il legale: “Fuga di notizie rischia di compromettere indagini”

A pochi giorni dai funerali di Pamela Mastropietro, i media pubblicano delle intercettazioni di due dei nigeriani arrestati. L’avvocato Marco Valerio Verni, zio di Pamela Mastropietro e legale rappresentante della famiglia, è intervenuto ai microfoni del programma ‘Legge o Giustizia’ su Radio Cusano Campus per commentare le intercettazioni: “Per onore di verità devo dire che non sono a conoscenza di queste intercettazioni ma ho letto quello riportato dalle varie cronache- ha esordito Verni- purtroppo capita spesso in questo processo che l’avvocato della famiglia apprenda notizie prima dalla stampa che da fonti ufficiali. Infatti abbiamo già denunciato una fuga di notizie che rischia di compromettere le indagini. Queste due persone hanno già dimostrato di non essere di primo pelo, se non altro per il contenuto delle loro stesse dichiarazioni; non è quindi, improbabile pensare che potessero sapere di essere intercettati e quindi di aver detto queste cose per riversare la responsabilità sul principale indiziato. E’ chiaro, nessuno vuole incolpare qualcuno e rispettiamo sempre il principio di presunzione di non colpevolezza e la fase processuale cui ci troviamo però si denota comunque un quadro raccapricciante, di una delinquenza e di una criminalità molto efferata, che peraltro ci siamo importati da noi”.


Verni racconta che una interprete dei nigeriani ha lasciato l’incarico per paura: “Questa efferatezza si collega anche a quanto dichiarato dal procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Macerata, Giovanni Giorgio, nella sua ultima conferenza riguardo la circostanza della scomparsa della prima interprete che ebbe a tradurre gli atti processuali, e dell’impossibilità a trovarne altri perché impauriti dalle intimidazioni che potrebbero subire loro personalmente o tramite le loro famiglie. Tutto questo porta a connotare un sistema intimidatorio”. Verni chiede uno sforzo alle autorità: “Mi domando l’ambasciata nigeriana che contributo abbia dato, perché giustamente ha subito preso le distanze e ha condannato i fatti all’indomani di quanto compiuto da Luca Traini. La domanda che mi pongo è se ora l’ambasciata nigeriana stia mettendo a disposizione i suoi collaboratori per interpretare e tradurre gli atti processuali. Sarei curioso di sapere queste cose, in un clima di intimidazione e omertà che sembra aver coperto anche la comunità nigeriana di Macerata. Tra l’altro sarebbe curioso capire che fine abbia fatto la questione del pozzo degli orrori, ossia della fossa comune a Porto Recanati, all’indomani di quanto accaduto a Pamela. I due fatti sono collegabili, Pamela era destinata a far parte della fossa comune visto che tutti i suoi resti furono messi in due trolley e lasciati in un punto della strada dove potevano essere facilmente recuperati da qualcun altro? O esiste qualche altra fossa comune? Perché a questo punto ci si può aspettare di tutto visto il quadro raccapricciante”.

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