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NAPOLI – Questa mattina, a Napoli e a San Giuseppe Vesuviano, i carabinieri della Tenenza di Ercolano hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Napoli, nei confronti di due persone, una destinata al carcere, l’altra agli arresti domiciliari.
Gli indagati sono ritenuti indiziati di diversi reati relativi al gravissimo episodio, avvenuto lo scorso 18 novembre, in via Patacca 94 a Ercolano, dove persero la vita tre giovani ragazzi dopo l’esplosione di un’abitazione adibita abusivamente a fabbrica per la produzione di fuochi di artificio.
Le vittime di un’esplosione furono Samuel Tafciu, appena 18 anni e padre di una bimba di 4 mesi, morto nel suo primo giorno di lavoro, irregolare in quel luogo improvvisato a fabbrica abusiva o deposito di fuochi d’artificio, e due sorelle gemelle di 26 anni, Aurora e Sara Esposito, di Marigliano. Una delle due, Aurora, era mamma di una bimba di 5 anni.
In particolare, nelle prime ore di questa mattina, i carabinieri hanno arrestato a Napoli e a San Giuseppe Vesuviano due uomini, rispettivamente di 31 e 64 anni, per i reati ipotizzati di omicidio volontario con dolo eventuale, fabbricazione di esplosivi non convenzionali e non riconosciuti di tipo pirotecnico e sfruttamento di manodopera in spregio alla normativa in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Con le stesse accuse, dallo scorso 26 novembre è agli arresti anche il proprietario dell’edificio di via Patacca, il 38enne Pasquale Punzo, a cui la procura di Napoli gli contesta anche il reato di caporalato
Gli indagati, spiega una nota della procura della Repubblica di Napoli, sono D.V., 31enne di Napoli, indiziato “dei delitti, in concorso con l’indagato P.P. (Pasquale Punzo Ndr.) già detenuto per tali fatti, di omicidio volontario con dolo eventuale, fabbricazione di esplosivi non convenzionali e non riconosciuti di tipo pirotecnico e sfruttamento di manodopera in spregio alla normativa in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro”. Per l’uomo è scattata la custodia in carcere. L’altra persona è B.R., 64enne di San Giuseppe Vesuviano, indiziato del delitto, “in concorso con gli indagati P.P. e D.V., di fabbricazione di esplosivi non convenzionali e non riconosciuti di tipo pirotecnico”. Per lui, titolare di una rivendita pirotecnica, i domiciliari.
Il “gravissimo episodio di via Patacca vide l’esplosione dell’abitazione “in cui illecitamente e senza alcuna autorizzazione era stata allestita una fabbrica per la produzione di fuochi di artificio, utilizzando materiale esplosivo non convenzionale, con sfruttamento della manodopera e in dispregio di tutte le normative di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro”, rimarca il procuratore. Proprio per quella deflagrazione, è giusto ricordare, morirono due gemelle di 26 anni e un ragazzo di appena 18 anni che “lavoravano a nero presso la fabbrica abusiva”.
Le prime immediate investigazioni condotte dai carabinieri di Ercolano, coordinate dalla procura della Repubblica di Napoli, avevano consentito, a distanza di 8 giorni dal drammatico evento, “di sottoporre P.P. a fermo del Pm – tuttora in carcere – per gli stessi reati ora contestati a D.V.”.
L’odierna ordinanza cautelare è frutto delle successive “minuziose investigazioni condotte dai carabinieri della Tenenza di Ercolano, coordinati sempre dalla procura di Napoli, che hanno consentito, tra l’altro, di stabilire la provenienza dei materiali esplodenti utilizzati nella fabbrica, di cui parte non deflagrata rinvenuta nel sito”. Questi materiali sono risultati nella disponibilità e ceduti da una pirotecnica di San Giuseppe Vesuviano “risultata gestita di fatto anche da B.R. che ha illecitamente venduto, senza peraltro registrarne i movimenti, elevati quantitativi di perclorato di potassio e polvere di alluminio ai coindagati P.P. e D.V., essendo ben consapevole della loro illecita destinazione d’uso, ovvero la fabbricazione di esplosivi non convenzionali di tipo pirotecnico”.
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