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L’uomo che allatta, il murale delle polemiche di Rimini è stato cancellato. Il sindaco: “Li troveremo”

Nella notte, qualcuno a Rimini ha cancellato il murale che aveva destato scandalo. Per il sindaco di Rimini la vernice bianca denota "l'assenza di colore delle loro vite"

Pubblicato:04-04-2023 16:24
Ultimo aggiornamento:08-04-2023 19:09

murale rimini uomo che allatta
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BOLOGNA – Il murale delle polemiche è stato cancellato. Nella notte, qualcuno, ha buttato vernice bianca sopra il grande disegno che a Rimini, su un muro, raffigurava un uomo nell’atto di allattare un neonato. Il murale, opera del writer riminese Kage, era comparso qualche giorno fa Le polemiche erano esplose ieri, perchè molti si erano indignati per il disegno, difeso invece dal sindaco come espressione artistica e spunto per parlare di attualità attraverso l’arte. Ora che il murale è stato cancellato, le polemiche continuano. E il sindaco promette che i responsabili saranno individuati.

IL SINDACO: “INTOLLERANTI E VIOLENTI, TROVEREMO CHI È STATO”

“Le sentinelle della libertà hanno provveduto alla liberazione di Rimini”, commenta sui social il sindaco Jamil Sadegholvaad dopo la cancellazione del murale. Nomen omen, dato che “c’è sempre un rogo, o un pennello che censura e cancella, nella testa degli intolleranti e dei violenti“. Però “che noia parlare sempre con se stessi, darsi sempre ragione su tutto”, chiosa il primo cittadino esprimendo “umana pietà per queste povere persone, per la vita che fanno: il bianco della loro vernice è l’assenza di colore della loro vita“. Senza dimenticare, prosegue, che “l’opera di cancellazione è inutile”, anzi “con questo ‘atto’ hanno per sempre reso immortale l’uomo che allatta”. Ora, conclude Sadegholvaad, scatteranno le indagini per individuare i responsabili e “poi potremo dare della ‘merda’ a chi ha compiuto il suo capolavoro notturno imbrattando di vernice le scalette del porto canale”.

“UN’OPERA CHE INTERPRETA L’ATTUALITÀ”

Ieri, dalla sua pagina Facebook, il sindaco di Rimini aveva espresso apprezzamento per il grande disegno, in cui non vedeva niente di male, se non il fatto che “un collettivo di writer riminesi interpretasse simbolicamente l’attualità operando su alcuni spazi messi a disposizione dall’amministrazione comunale liberamente, gratuitamente e senza alcun contributo”. Ribadendo che “a Rimini l’arte trova e troverà sempre asilo” e che “l’arte, nella storia dell’uomo, è sempre stata una sedia scomoda”, Sadegholvaad in quell’uomo che allatta ha scritto che vedeva personalmente “il magico mistero della paternità“. Essere padre non si riduce alla “ridondante oleografia di un ruolo che la convenzione vede come accessorio, utile ma fondamentalmente più sociale che originale”. Significa “avere la stessa relazione naturale, misteriosa, corporea, profonda, insondabile, differente ma uguale rispetto alla madre”. In una parola “parità” e “questo mondo ha un fottuto bisogno di padri e non di padroni”.


ARCIGAY: “MANO DI BIANCO NON FERMA LGBTQI+”

“Se pensano che con una mano di bianco abbiano risolto il problema si sbagliano di grosso”. È stato cancellato nella notte il murales a Rimini dell’uomo che allatta del writer riminese Kage. E il presidente dell’Arcigay Alan Turing, e capogruppo di Coraggiosa, Marco Tonti, definendo “le reazioni della destra umilianti e offensive”, stigmatizza che “la censura vigliacca” che ha colpito l’opera “ha il sapore violento della cancellazione di esistenze e realtà, di oscuramento senza appello di ciò che spaventa, di negazione di affetti e legami che invece hanno piena dignità umana e esigono riconoscimento”. Un gesto, aggiunge, che “chiarisce bene la visione distorta di democrazia che alcune persone hanno”. Comunque, conclude, “se ne facciano una ragione i censori leghisti e destrorsi, fautori della democratura totalitaria alla Orban, perché troveranno nella comunità Lgbtqi+ sempre una difesa della democrazia, della libertà e una prospettiva di società paritaria e inclusiva, a qualunque costo”.

Alla Lega la buttano sull’ironia, con il consigliere Matteo Montevecchi, particolarmente critico verso il murales, che oggi sui social posta un sarcastico “il murales dell’uomo che allatta è stato imbiancato. Tra i principali indagati ‘il Montevecchi di turno'”, con fotomontaggio di lui al lavoro con il pennello. Piace invece a Matteo Angelini del Movimento 3 V “questo muro bianco. Sarebbe stato meglio e certamente più utile che a far rimuovere il famoso murales fosse stata l’amministrazione comunale conscia dell’orrore commesso. C’ha pensato invece qualcun altro con altri metodi, ma tant’è- conclude- come ha detto il sindaco, l’arte è arte no? Anche se scomoda”.

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