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San Pietroburgo, almeno 14 morti. Sospetti su un 22enne kirghiso, no rivendicazioni

ROMA - Nessuna rivendicazione e sospetti tutti da

Pubblicato:04-04-2017 13:25
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:05

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ROMA – Nessuna rivendicazione e sospetti tutti da verificare all’indomani dell’attentato alla metropolitana di San Pietroburgo: l’ultima indiscrezione è del capo della sicurezza nazionale del Kirghizistan, secondo il quale della strage potrebbe essere responsabile un proprio connazionale. Le fotografie dell’uomo, un ventiduenne identificato come Akbarzhon Jalilov, originario della città di Osh, sono state rilanciate dall’agenzia di stampa moscovita ‘Itar Tass’. Secondo Rakhat Sulaimanov, il capo della sicurezza kirghisa, le informazioni sul coinvolgimento del giovane sarebbero arrivate “dalla controparte russa”.

A confermare la mancanza di certezze e le difficoltà delle indagini, la diffusione ieri di un video nel quale appariva un primo sospetto in seguito scagionato: un uomo vestito di scuro con la barba nera, in apparenza originario del Caucaso, additato dai media locali come esponente di un gruppo di matrice islamista. Di certo, mentre c’è chi non esclude una pista ucraina, a San Pietroburgo sono stati decretati tre giorni di lutto cittadino. Almeno 14 ieri i morti, oltre 50 i feriti. A provocare la strage sarebbe stato un attentatore suicida che avrebbe innescato un ordigno nei pressi della stazione Sennaja Ploschad. Smentita nella serata di ieri una prima ricostruzione, rilanciata dalle agenzie di stampa russe, secondo la quale le bombe deflagrate erano state due.


di Vincenzo Giardina, giornalista professionista

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