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China Days, Marini: “Coordinare azioni tra vari soggetti”

PERUGIA - “La seconda edizione del China Day è la

Pubblicato:04-04-2016 13:27
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:30

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MARINIPERUGIA – “La seconda edizione del China Day è la testimonianza del nostro concreto impegno nel dare continuità all’iniziativa della Regione Umbria verso la società, il mercato, i territori cinesi nell’ambito di una sfida più grande e irrinunciabile del Sistema Italia”. La presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini ha aperto questa mattina, nel Salone d’onore di Palazzo Donini a Perugia, le due giornate dedicate al rapporto tra l’Umbria, l’Italia e la Cina che si concluderanno domani a Terni con una sessione interamente dedicata ai temi del turismo.

   Dopo il saluto iniziale del sindaco di Perugia, Andrea Romizi, che ha definito “utili e necessarie queste giornate e queste iniziative per la crescita del territorio”, la presidente Marini ha sottolineato come “Proprio nel momento in cui altri grandi paesi e nuovi protagonisti della scena e dell’economia internazionale, tra cui la Cina, scoprono l’importanza di rendere protagonisti i territori locali dell’azione di internazionalizzazione e di irrobustimento, rinnovamento e qualificazione dei sistemi produttivi locali e del mercato interno, abbiamo pensato il China Day nel 2015 e quest’anno i China Days, come un’occasione di confronto tra i soggetti impegnati in questa sfida e come una raccolta di testimonianze di chi, imprese ed istituzioni, concretamente opera in direzione della società e del mercato cinese. 
   Ovviamente imprese, università, enti culturali, associazioni agiscono da tempo e in molti casi con successo e profitto per loro conto, ed è bene che sia così, anzi vanno migliorati, razionalizzati e potenziati gli strumenti di facilitazione e sostegno a tutti questi soggetti. Anche in Umbria molte imprese d’eccellenza e anche le nostre Università e Istituzioni d’alta Formazione da tempo sono riuscite ad affermare la loro presenza in Cina (dalla Meccanotecnica a Qingdao, alla FAIST a Souzhou, dai grandi progetti conquistati da Angelantoni ai negozi di Cucinelli o di Listone Giordano, dall’Università per Stranieri, all’Università degli studi di Perugia, al Conservatorio di Perugia, all’Accademia di Belle Arti, che per la prima volta ha un socio cinese nel suo Consiglio di Amministrazione)”.
Abbiamo però scoperto in questi anni – ha dichiarato la presidente Marini – quanto sia importante in Cina (e non solo) una rete di relazioni istituzionali tra governi locali che permetta di mettere in contatto i diversi territori, di accompagnare con relazioni di collaborazione, amicizia e cooperazione l’azione delle imprese o di singole istituzioni, di aprire nuove opportunità, di promuovere col marchio territoriale il potenziale turistico e/o la garanzia di qualità dei prodotti e dei soggetti che interloquiscono. D’altra parte questa attività può rappresentare un’opportunità reale per i territori italiani meno noti al pubblico cinese e che sono invece ricchissimi di eccellenze o per quella realtà di PMI e di istituzioni locali che altrimenti, date le dimensioni, verrebbero per definizione escluse dal circuito di internazionalizzazione.
E’ chiaro che in questo quadro anche le Regioni debbono muoversi in modo nuovo, uscendo da vecchi steccati e da vecchie gelosie o inutili rivendicazioni di primazia. C’è bisogno di costruire un saper fare “interregionale” che deve essere uno degli elementi di innovazione per le Regioni e anche per i sistemi territoriali. Questo può riguardare filiere settoriali o aree geografiche contigue che possono mettersi in sinergia in vari campi.
Il turismo ad esempio è il classico tema che può ispirare una azione interregionale e nel contempo una politica nazionale. E’ evidente che il turismo cinese non può e non vuole più solo guardare alle mete classiche di Roma, Firenze, Venezia e Milano. Sta crescendo con forza una domanda diversa e più articolata dal turismo cinese e se guardo al Centro Italia è chiaro che tra Firenze e Roma non c’è una terra sconosciuta, ma uno dei serbatoi più ricchi di cultura di qualità e stile di vita del nostro paese e dell’Europa, un serbatoio di eccellenze agro alimentari, industriali, ambientali, di innovazione tecnologica che deve essere di più conosciuto dall’opinione pubblica e dal mercato cinese. Tutti gli indicatori turistici ci segnalano un interesse robustamente in crescita verso il nostro patrimonio culturale, artistico, ambientale, verso le nostre istituzioni formative e verso il nostro sistema territoriale e produttivo. Ma si può e si deve fare di più e possiamo/dobbiamo farlo insieme come Regioni in una dimensione interregionale di impegno comune e di comunicazione comune”.
“Dobbiamo in primo luogo accompagnare, assecondare e sostenere le iniziative delle nostre imprese e delle nostre istituzioni culturali e formative e dobbiamo aggiungere con coerenza a questo sforzo una iniziativa regionale e interregionale che dia sostanza ad un nuovo, qualificato protagonismo dei territori nelle politiche nazionali verso la Cina come verso altri paesi e mercati. La formula dei partenariati territoriali ha dimostrato in molte occasioni la sua efficacia. Non si tratta solo di firmare accordi, ma di investire sulla continuità di relazioni legate a progetti ed azioni concrete capaci di coinvolgere istituzioni, imprese, associazioni di entrambi i territori. Questo è, in sintesi, il lavoro che stiamo facendo e che mettiamo a disposizione di tutti – ha concluso la presidente Marini -. Possiamo certamente migliorare standard operativi e risultati, ma ci pare di avere comunque accumulato un patrimonio di esperienze e relazioni cospicuo ed utile”.
E l’importanza dell’”azione congiunta interregionale” è stata poi sottolineata dall’Ambasciatore italiano in Cina Ettore Sequi che ha ribadito come “quello cinese sia un mercato molto difficile che va affrontato in maniera organizzata e l’Umbria, con la sue serie di partenariati in settori fondamentali, è un modello da utilizzare. Ci sono ora – ha aggiunto l’Ambasciatore – altri settori in cui le nostre Regioni possono dare il loro contributo: dalla sanità alle politiche sociali fino alla sicurezza alimentare. Ed infine Sequi ha consigliato di intraprendere anche un filone legato alla cultura attraverso i siti Unesco. “Sarebbe interessante promuovere gemellaggi non solo tra città ma anche tra siti Unesco italiani e cinesi”. Sanità, welfare e cultura sono stati i temi toccati anche dal Ministro Consigliere dell’Ambasciata della Repubblica Cinese in Italia, Qi Han, secondo la quale inoltre “in Cina sono proprio i giovani ad amare il Made in Italy e la cultura italiana tanto e questo in un paese che sta incrementando moltissimo i consumi è un aspetto sicuramente positivo per l’Italia”.
L’Umbria si conferma essere una delle regioni italiane più dinamiche nei rapporti con la Cina e lo dimostra questo China Days, che sancisce il forte e ormai consolidato legame tra Cina e Umbria, un legame che va a vantaggio non solo della regione, ma di tutto il Sistema Italia, in particolare di quello delle Regioni italiane – ha affermato Cesare Romiti, presidente della Fondazione Italia-Cina. Quello che vorrei sottolineare è che sostenere le realtà e le aziende italiane interessate a stringere rapporti con il mercato cinese, e favorire il turismo cinese nel nostro Paese sono impegni importanti ma non sufficienti. Dobbiamo anche mirare a far avvicinare i nostri Paesi anche da un punto di vista culturale. I numeri sono a nostro favore. Secondo i dati Uni-Italia, gli studenti cinesi sono in continua crescita e le loro pre-iscrizioni hanno registrato dal 2008 ad oggi un balzo di oltre il 240%, passando da poche centinaia a diverse migliaia. C’è un “Sistema Cina” – ha concluso Romiti – che oggi offre tante opportunità e un “Sistema Italia” che ha bisogno di rafforzarsi per coglierle. Non facciamoci trovare impreparati quando sarà il momento”.
   Anche il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, ha ribadito “l’esigenza di collaborazione e di coordinamento tra le varie Regioni e territori italiani in questa azione di promozione. Se gli sforzi saranno collegati tra loro riusciremo a creare quel valore aggiunto nella nostre azioni che deriva dalla capacità dell’Italia di fare sistema. E su questo, ha aggiunto Ceriscioli, ci sarà l’impegno della Regione Marche ma anche dell’intera Conferenza delle Regioni”. “Stimolo e sostegno alla collaborazione interregionale su questi temi verrà anche dal Parlamento nazionale – ha affermato nel suo intervento la Vice-presidente della Camera Marina Sereni -. La Riforma costituzionale in itinere andrà a modificare anche le competenze dello Stato e delle Regioni in questo campo e sarà dunque indispensabile un lavoro congiunto che renda protagoniste le stesse Regioni”.

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