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Upr futura, intervista al capogruppo Marco Podeschi

Pubblicato:04-04-2016 10:11
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:30

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San Marino 1°Aprile 2013 cerimonia di insediamento Reggenza Salgono alla Suprema Magistratura Antonella Mularoni e Denis Amici  Marco Podeschi Ph©FPF/Filippo Pruccoli

Qualunque sarà l’esito del Referendum del prossimo 15 maggio, “la legislatura continuerà”, nonostante un governo già da tempo “agonizzante” e “senza idee”. Il protagonista di questa settimana di  “Politicamente”, Marco Podeschi, Capogruppo di Unione per la Repubblica, esprime rassegnazione per una maggioranza “tenuta insieme solo dalla legge elettorale”e per un governo pieno di “limiti”. A dimostrarlo, l’ennesimo inciampo nei rapporti con l’Italia e la Guardia di Finanza. Nella sua intervista, Podeschi tira le somme di questa legislatura non solo per maggioranza e governo, ma anche per il suo movimento che, dopo aver voltato pagina “in modo drastico”, mantiene la testa alta e guarda al futuro suo e del Paese. Non si sbottona su #Repubblica Futura, il progetto che vede protagonisti Upr e Ap, ma ammette interesse per la novità della Costituente riformista che però vuole mettere alla prova dei fatti. E se il 25 marzo non è stata solo “una reunion di tanti ex” ma “la prova generale di un progetto politico unitario- manda a dire- Upr sarà pronta al confronto”.

In questa fase di “fine legislatura”, stanno emergendo diverse novità politiche, tra cui il progetto di “Repubblica futura” che vede protagoniste le “basi” di Upr e Ap, due movimenti che oggi appartengono a schieramenti diversi. Qual è lo stato dell’arte di questo nuovo contenitore politico?


“Stiamo dialogando da mesi nel rispetto delle singole autonomie e collocamento istituzionale di opposizione e maggioranza”.

Quali invece i rapporti con l’altra novità politica che fa molto parlare di sé, ovvero il tavolo e – oggi costituente- riformista? Credete che  sia un interlocutore possibile per Repubblica futura, o come ha detto qualche giorno fa Mario Venturini, ci vedete “molte idee poca sostanza”?

“Stiamo seguendo con attenzione questo progetto politico. Di per sé non è una novità assoluta. Periodicamente la sinistra ha sempre tentato di ricomporre fratture e presentarsi come un movimento unico. In questa ottica osserviamo le evoluzioni, pronti, se ci sarà chiesto, a confrontarci su temi e prospettive politiche. Se ci sarà sostanza è forse presto per dirlo. Francamente da un evento al quale hanno preso parte 3 partiti (Psd, Ps, Su), un’associazione politica LaBDem, una nuova forza politica (Liberamente San Marino) e tre consiglieri indipendenti era difficile aspettarsi di più. Considerando poi anche il fatto che rappresentano maggioranza e opposizione. Se un blocco del genere avesse già dimostrato alla prima uscita pubblica idee e sostanza, temo che diverse forze politiche avrebbero dovuto iniziare a preoccuparsi per la discesa in campo di un soggetto che potenzialmente avrebbe la capacità di correre alle prossime elezioni da solo senza alcuna coalizione.

Detto questo, le prossime settimane saranno interessanti per vedere se il 25 marzo è stata solo una “reunion” di tanti ex, oppure la prova generale di un progetto politico unitario.

Se così sarà Upr è pronta al confronto, anzi già nella giornata di lunedì, su nostra iniziativa, abbiamo invitato tutte le forze politiche a discutere sul tema della mobilità sostenibile, uno degli argomenti cardine nella presentazione del 25, e tema su cui tradizionalmente le forze di sinistra o riformiste sono molto attente”.

Upr in questa legislatura ha fronteggiato la questione morale, rivoluzionando il proprio gruppo consiliare. Ma tuttora, altri partiti sono toccati da vicende giudiziarie e nell’ultimo Consiglio Grande e Generale si è registrata una nuova dimissione. Pensate che i partiti di San Marino abbiano davvero voltato pagina? Come accantonare definitivamente la questione morale?

“Upr ha voltato pagina in modo drastico. I 3/5 del gruppo consiliare sono cambiati, rivoluzionando l’assetto direttivo e organizzativo del movimento. Due nostri consiglieri hanno poi scelto di lasciarci per entrare nel Pdcs. Gli ultimi 12 mesi non sono stati semplici, anzi mi passi il termine, in alcune fasi sono stati drammatici. Detto ciò però non sono nelle condizioni di poterle dire se la politica ha cambiato pagina. Non mi piacciano gli slogan semplici ed evito per abitudine le ipocrisie di cui è ricca la politica. So però che ex politici, imprenditori dovranno rispondere di fronte alla giustizia di addebiti pesantissimi. Rifletto sul fatto che una delle figure politiche più importanti per San Marino negli ultimi 30 anni è in carcere senza essere ancora stato rinviato a giudizio.

Penso che ci siano tante situazioni da chiarire, situazioni oscure, fatti passati o anche nel passato presente che devono essere verificati. E’ però a mio giudizio necessario iniziare a pensare al futuro. Non si può vivere in uno stato di lotta con il passato permanente. Chi ha sbagliato pagherà di fronte alla legge, all’opinione pubblica e alla propria coscienza. C’è però da costruire un futuro per il paese. Siamo ancora frastornati dall’eco di vicende su cui fra qualche anno si potranno fare riflessioni, bilanci e valutazioni storiche. C’è ancora l’impeto rivoluzionario verso gli ex potenti messi in carcere a processo e alla gogna mediatica a cui la collettività scarica anni in cui il benessere impetuoso – elargito a tutti a piene mani – ha fatto crescere il paese con regole traballanti e su basi molto incerte. Oggi scontiamo questo, un problema che più che di atura morale o giudiziaria è soprattutto culturale. Non si sono scorciatoie per la ricerca del successo, benessere, ricchezza.

Se c’è benessere facile c’è sempre una spiegazione e un lato oscuro della medaglia che non si può tacere. La politica in tutto ciò ha un ruolo, ma non è l’unico elemento di una complicata equazione che regola la vita di una comunità piccola ma che è uno Stato sovrano con numerose articolazioni. Non è semplice mettere da parte persone che hanno avuto ruoli in movimenti politici o nel paese di primo piano. Upr forse è stata fortunata. Chi è stato protagonista di queste vicende ha deciso di farsi da parte – anche in modo drastico e lasciando che il movimento decida del proprio futuro. Può essere una cosa banale o scontata ma non lo è per una piccola comunità in cui gli ex spesso non riescono a stare in panchina e ogni tanto tentano dalle tribune di influenzare il gioco in campo”.

Pochi giorni fa, avete denunciato “un problema di politica estera” rispetto all’operazione messa in campo dalla Guardia di Finanza contro italiani residenti a San Marino o che abbiano avuto interscambi finanziari sul Titano. Perché è così difficile, secondo Lei, per il Titano scrollarsi di dosso l’etichetta di Paradiso fiscale? Quali iniziative dovrebbero mettere in campo governo e, soprattutto, i nuovi vertici di Bcsm?

“Bella domanda alla quale rispondo dall’ultima parte. Penso che i nuovi vertici di Banca Centrale avranno modo di mostrare nelle prossime settimane quali iniziative intendano portare avanti per rilanciare l’attività dell’istituzione. Spero abbiano la capacità di avere autonomia di giudizio rispetto al governo e comprendano quale apertura di credito il Consiglio Grande e Generale ha offerto con la loro nomina.

Il secondo punto, che è di stretta attualità, mostra in modo brutale i limiti del governo e di come le numerose esperienze negative di questi anni abbiano insegnato poco o nulla. La prima domanda che mi faccio è questa. E’ normale, in un clima di ottimi rapporti bilaterali, apprendere dalla stampa che a migliaia di cittadini o imprese un’autorità tributaria estera chiede di giustificare transazioni finanziarie di svariati anni?

E’ normale che chi ha emesso o incassato degli assegni o abbia fatto o ricevuto bonifici attraverso la rete bancaria italiana sia costretto ora a dimostrare la provenienza dei fondi a un’autorità estera?

E’ normale che a mesi dall’ingresso di San Marino sistema di pagamenti SEPA e dopo la scelta definitiva e unilaterale del nostro paese di avere la massima trasparenza con lo scambio di informazioni, un’autorità estera interpelli direttamente persone fisiche o giuridiche sammarinesi chiedendo chiarimenti?

E’ normale che il governo non informi i gruppi consiliari, spedisca una missiva a Roma sul cui contenuto non ci è dato di sapere nulla e che non ci sia stata nessuna iniziativa di protesta diplomatica?

Questo atto è grave se si considera che avviene a pochi giorni da un provvedimento straordinario di naturalizzazione che potrà riguardare centinaia di cittadini italiani, è pericoloso poiché è un atto verso il quale cittadini e imprese sono inermi di fronte.

Io posso dire cosa avrei fatto. Non mi sarei fatto prendere alla sprovvista, avrei immediatamente informato i gruppi consiliari, avrei subito richiamato il nostro ambasciatore a Roma per consultazioni e trasmesso una dura nota di protesta all’ambasciatore della Repubblica d’Italia a San Marino. In politica estera l’amicizia conta poco o nulla di fronte agli interessi nazionali e il governo forse non ha capito che non serve affidare il nostro interesse a qualche onorevole italiano che dalle colonne di qualche organo di stampa sammarinese lancia messaggi di pace dicendo che ci difenderà a Roma. Se siamo uno Stato sovrano i nostri interessi devono essere difesi dai sammarinesi con determinazione, mostrando che non ci facciamo intimidire”.

Il 15 maggio i sammarinesi saranno chiamati ad esprimersi su 4 referendum, tra cui quello sul Polo della Moda. C’è chi dice che l’esito determinerà la fine della legislatura. Quali le sue aspettative? Come Upr avete già pensato la vostra posizione?

“La legislatura continuerà. Anzi ho il vago sentore che, nonostante il governo sia agonizzante da tempo e la maggioranza sia tenuta insieme solo dalla legge elettorale, occorrerà attendere il 2017 per la celebrazione delle elezioni politiche. L’opposizione ha provato su tanti temi la tenuta della maggioranza. Gendarmeria, Banca Centrale, questione giudiziaria, sanità, questione Arzilli, sfiducia a Mussoni senza mai ottenere alcun risultato. Anzi abbiamo avuto l’effetto contrario. Due consiglieri di minoranza sono passati in maggioranza e per mesi un partito di opposizione è stato sulla sottile linea rossa fra maggioranza e opposizione.

Upr sta valutando che posizione tenere sui 4 quesiti nel rispetto delle istanze proposte dai cittadini e considerando che mesi fa, per scelta, abbiamo deciso di non partecipare all’iniziativa politica che stava nascendo intorno a alcuni quesiti su cui i cittadini il 15 maggio si troveranno a decidere.

E’ indubbio che su un quesito, mi riferisco al polo della moda, ci sono tante valenze legate al rispetto dell’ambiente, ma anche all’impatto positivo di un investimenti di decine di milioni di euro in un paese in piena recessione economica”.

Wellness, ecosostenibilità, sicurezza: come vede Upr la San Marino dei prossimi anni?

Se si continuerà a governare come fatto in questa e nella precedente legislatura la vedo molto male la futura San Marino. E il problema vero non sono i partiti, ma le persone che non riescono a capire che governare non è improvvisare o affidarsi a iniziative estemporanee, non basate su pianificazione e progetti a lungo termine. Upr crede che senza sicurezza non ci possa essere sviluppo. Se non si ha sicurezza nelle abitazioni, nelle attività economiche o nei propri beni come si fa a attirare investitori esteri?

Una visione di sviluppo sostenibile o eco compatibile è un concetto su cui ci piacerebbe declinare ogni iniziativa politica. Che paese potrebbe essere se ci fosse una drastica riduzione di inquinamento da traffico veicolare, energia prodotta da fonti rinnovabili, un modello di sviluppo che privilegia la qualità dell’edificato e progetti innovativi dal punto di vista tecnologico? Se la Fiat ora FCA, un’azienda con oltre 300.000 dipendenti, decine di sedi produttive in tutto il mondo è riuscita negli ultimi anni a riorganizzarsi, non pensa che uno stato con 30.000 abitanti circa 62 kmq di estensione abbia la capacità e potenzialità in qualche anno di riformare drasticamente il proprio sistema paese?

Io penso di si. Purtroppo in questi anni si è parlato troppo e sono mancate le idee. Si parla delle difficoltà del passato per giustificare incapacità a gestire il paese e costruire un nuovo modello di sviluppo. Sarò presuntuoso, ma Upr ha cercato per tutta la legislatura di dimostrare che abbiamo idee e ci sono percorsi di sviluppo per fare uscire il paese dalla recessione e iniziare a pensare a una nuova fase di espansione economica.

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