Vent’anni fa l’uccisione di Nicola Calipari, Mattarella: “Mancano ancora spiegazioni”

Il 4 marzo 2005 veniva ucciso a Baghdad l'agente segreto Nicola Calipari

Pubblicato:04-03-2025 10:58
Ultimo aggiornamento:04-03-2025 11:12

nicola calipari
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(La foto è stata pubblicata su Facebook dalla Polizia di Stato)

ROMA – Vent’anni fa, il 4 marzo del 2005, veniva ucciso Nicola Calipari: l’agente dei servizi segreti appartenente alla Polizia di Stato fu ucciso a Baghdad, in Iraq, durante le delicate fasi di liberazione della giornalista del Manifesto Giuliana Sgrena. Calipari, che aveva negoziato il rilascio con i rapitori, fece da scudo con il suo corpo a Giuliana Sgrena quando l’auto su cui viaggiavano venne centrata da colpi di mitra sparati da un posto di blocco americano. Erano diretti all’aeroporto di Baghdad. Gli Stati Uniti hanno sostenuto che la macchina andasse a velocità sostenuta, senza avere segnali di riconoscimento visibili, e che non avrebbe rallentato al segnale luminoso di ‘Alt’. Nessuno, poi, sarebbe stato a conoscenza dell’operazione di liberazione in corso. La giornalista venne solo ferita (così come l’autista), mentre Calipari morì perchè raggiunto da un colpo alla testa. Giuliana Sgrena era stata rapita il 4 febbraio 2005 da un gruppo jihadista iracheno a Baghdad.

Oggi, nella ricorrenza dei vent’anni, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sottolineato il fatto che ancora non c’è chiarezza completa sulle “circostanze” in cui è avvenuta l’uccisione dell’agente segreto. Ha detto infatti il Presidente Mattarella: “Le spiegazioni delle circostanze che hanno causato la sua morte permangono tuttora non esaurienti“.

IL MESSAGGIO DI MATTARELLA

“Nel giorno del ventesimo anniversario dell’uccisione di Nicola Calipari, la Repubblica rende onore al sacrificio di un valoroso dirigente del Servizio per le informazioni e la sicurezza militare, che ha perso la vita in una difficile missione a Baghdad, conclusa con il salvataggio di un’italiana rapita”.

“È questo un giorno di memoria e raccoglimento- aggiunge-, in cui desidero esprimere anzitutto i sentimenti più intensi di vicinanza alla famiglia e a quanti hanno operato con Calipari e gli sono stati vicini. Servitore dello Stato, quando venne colpito a morte, portava in salvo la giornalista Giuliana Sgrena, in quella che era l’ennesima missione compiuta per il recupero di connazionali”.
“Se le spiegazioni delle circostanze che hanno causato la sua morte permangono tuttora non esaurienti, risalta, invece, la generosità estrema di Calipari che alla scarica di proiettili ha fatto scudo con il proprio corpo per sottrarre al rischio la persona che era riuscito a liberare. Un gesto di eroismo, iscritto nella storia della Repubblica”, conclude Mattarella.

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