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ROMA – Movimenti, reti e associazioni civiche grandi e piccole provenienti da qualsiasi parte del Paese, insieme per un progetto ambizioso: una piattaforma confederativa che possa rappresentare a livello nazionale e unitario il mondo del civismo italiano nel nome del buongoverno e dell’equità territoriale. È questo l’obiettivo ormai di ‘Sud chiama Nord‘, il nuovo movimento politico dell’ex sindaco di Messina, Cateno De Luca, lanciato tra ieri e oggi da Roma – dove si sono riuniti 32 movimenti civici da 18 regioni diverse – con una convention più che mai operativa: all’Hotel St. Martin, nella Capitale, si è infatti aperta la fase costituente per l’adesione dei movimenti territoriali che si chiuderà il prossimo 31 ottobre.
L’asticella fissata è alta e prevede 50mila tesserati e la costituzione di mille associazioni territoriali di supporto entro il congresso federale, da celebrarsi entro un anno, per un progetto confederale che ha già ben chiaro il primo orizzonte, quello delle elezioni europee del 2024, che costituirà il primo banco di prova della creatura di De Luca. Il prossimo appuntamento costituente di ‘Sud chiama Nord’, già fissato, si terrà il 5 e il 6 maggio a Salerno.
Nella sua relazione finale a chiusura della due giorni romana, De Luca ha subito messo in chiaro la direzione: “Il percorso che abbiamo deciso di fare è quello di puntare a formare una classe dirigente, perché pontificare è una cosa ma amministrare è tutt’altra. C’è chi sceglie di fare a vita opposizione, un mestiere comodo e ben pagato: io non sono grillino, un contestatore fine a se stesso, sono un uomo di governo, non di potere“. E chi governa, ha sottolineato l’ex sindaco di Messina, “sa che dal buongoverno può emergere il consenso, mentre chi vede le istituzioni con un’ottica di clientela ha un altro tipo impostazione. Noi abbiamo amministrato e da lì è uscito il nostro consenso, che si è più che mai consolidato dove abbiamo fatto il nostro percorso”.
Questo, ha evidenziato il leader di ‘Sud chiama Nord’, “è il nostro bagaglio di esperienza, e lo abbiamo messo in un progetto che già al suo debutto ha avuto un consenso straordinario. Ma non posso, purtroppo, non pensare che il fatto di aver registrato finora il totale fallimento di qualunque iniziativa a trazione meridionale possa generare in qualcuno un risentimento nei confronti di chi magari è all’anticamera di una porta che può finalmente sdoganare una nuova classe dirigente, con la consapevolezza di essere meridionali e di poter risolvere le nostre questioni“.
Importante, nel percorso di ‘Sud chiama Nord’, il lavoro programmatico che è stato portato avanti tra ieri e oggi tramite i tavoli tematici: “Una volta ottenute le risultanze – ha spiegato De Luca – ci siamo riuniti, seduti e confrontati, e ho sintetizzato alcuni punti”. Punti che ora confluiranno nel manifesto politico del movimento: “Risolvere il divario socioeconomico e infrastrutturale tra Sud e Nord per salvaguardare la competitività del sistema Italia; valorizzare e responsabilizzare le autonomie locali inserendo altre forme di decentramento e riducendo il centralismo statale“, che per il leader di ‘Sud chiama Nord’ “va colpito con l’accetta”.
E ancora, spiega De Luca, “potenziare l’intervento dell’Unione europea sulle materie che non possono essere gestite dai singoli Stati, a partire dalla questione migranti; garantire la sovranità alimentare dei singoli Stati europei impedendo le attività di manipolazione genetica e imponendo la certificazione di origine dei prodotti”. Infine, “attuare una concreta e solidale integrazione tra i popoli coerentemente alle attuali dinamiche migratorie”.
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