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Ucraina, Eros al volante: “Parto da Trento e riporto chi ha bisogno”

Il 28enne è titolare di un'azienda di marmi e partirà con il fratello Loris, l'amico Matteo e l'artigiano Sergio per consegnare cibo e medicine e riportare profughi

Pubblicato:04-03-2022 18:53
Ultimo aggiornamento:04-03-2022 18:53

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ROMA – “In tutto questo c’è una cosa bella: gli amici. Ci stanno dando tutti un contributo, tanto che probabilmente a fine viaggio ci ripagheremo le spese e faremo pure una donazione“. A parlare con l’Agenzia Dire è Eros Mattivi, 28 anni, titolare di un’azienda di marmi a Trento, prima di partire per il confine tra Polonia e Ucraina. Questa sera si metterà al volante e, insieme con il fratello Loris, di 32 anni, l’amico Matteo Bonazza, di 28, e l’artigiano Sergio Ravelli, che di anni ne ha 67, farà rotta verso Vienna.

Le tappe previste sono Brno, in Repubblica Ceca, e poi Cracovia, già in Polonia. Alla guida, su due pulmini, ci si darà il cambio fino al valico di frontiera di Medyka. “Lì dall’Ucraina continuano ad arrivare migliaia di profughi“, sottolinea Eros. “Contiamo di portarne qui in Italia sette in ciascun pulmino: con l’aggiunta di noi quattro non ci sarà un posto libero”.

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A Medyka potrebbe esserci una selezione, curata dalle autorità locali, sulla base delle destinazioni possibili per i profughi. Alcuni andranno verso la Francia, altri in Spagna o in Germania. Chi invece arriverà a Trento sarà accolto, sistemato in ostello e sostenuto su un piano alimentare e non solo dai volontari dell’associazione ‘Aiutiamoli a vivere’.

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“Anche se la rete solidale è ancora più estesa – osserva Eros – Uno dei due pulmini, per dire, ci è stato prestato da un sacerdote di Bolzano che ha un’associazione legata a una scuola salesiana, mentre i medicinali e i generi di prima necessità che porteremo al confine sono stati donati dall’associazione trentina Rasom”.

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I partecipanti alla missione sperano di poter tornare in Italia domenica sera o lunedì. Una guida in questi giorni è stata Antonio Vecchio, vicepresidente di ‘Aiutiamoli a vivere’, che è appena stato al confine con un pullman trasferendo poi in Italia 45 persone. “Il nostro obiettivo è portare lì più cose possibile e riportare qui più persone possibile“, riprende Eros. Poi saluta: i pulmini sono pronti sul piazzale, bisogna caricare medicine e pacchi di pasta.

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