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Ucraina, De Luca: “Non serve estendere la Nato, priorità è la pace”

"Non vorrei che tornino a ricordarci che 80 anni fa sono stati gli italiani ad invadere l'Ucraina e la Russia"

Pubblicato:04-03-2022 16:38
Ultimo aggiornamento:04-03-2022 16:52

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NAPOLI – “Non credo sia una priorità estendere dovunque l’Alleanza atlantica. La priorità è la pace e, in questo momento, il cessate il fuoco”. Così, parlando del conflitto in Ucraina, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. “Ci auguriamo – ha detto De Luca – che, mentre si sviluppano azioni militari, ci sia anche qualcuno che lavori a una diplomazia riservata, sotterranea, per trovare una via d’uscita. È stato estremamente positivo che delegazioni di Ucraina e Russia si siano incontrate per decidere in merito all’apertura di corridoi umanitari. È un primo segnale di dialogo, ma è evidente che la priorità oggi è il cessate il fuoco”. “In questo momento credo che il compito che abbiamo non sia alimentare tensioni e tifoserie, ma favorire, in qualche caso anche con il silenzio, un clima di ripresa dell’iniziativa diplomatica. Non so quanto l’invio di armi in Ucraina possa contribuire alla ripresa di un dialogo. Io ricordo – ha aggiunto il governatore – che in altre circostanze, quando sono state inviate armi, poi sono finite in mani sbagliate e sono state usate contro l’occidente”.

Per il presidente della Regione Campania “favorire il dialogo vuol dire intanto avere misura nelle parole e nei comportamenti. L’Italia, fino a qualche giorno fa, ha avuto una posizione timida, ora sembra voglia essere la nazione più oltranzista. Dobbiamo mantenere la calma, non vorrei che dalla Russia tornino a ricordarci che 80 anni fa sono stati gli italiani ad invadere l’Ucraina e la Russia. Duecentomila italiani, insieme alle truppe naziste, hanno partecipato a una campagna di invasione con fucilazioni, sterminio, stupri di massa. Occorre sobrietà. Per ragioni storiche, ma soprattutto perché il compito di oggi è favorire il dialogo”. “La Russia – ha sottolineato De Luca – ha una responsabilità enorme, ma ricordiamo che, al di là delle ondate motive, per tutti gli anni Novanta qualcuno in Occidente ha teorizzato le guerre preventive. Ci sono state invasioni dell’Iraq, della Siria, dell’Afghanistan, della Libia, bombardamenti sulla Serbia, il più delle volte con l’obiettivo di portare la democrazia in quei Paesi. Il risultato prodotto è stato lutti e distruzione, non la democrazia. Stiamo attenti quando solleviamo questioni di principio, nessuno è senza colpa”. 


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