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Associazione Innovazione e Trasparenza: “Solo in Italia due stati di emergenza in 26 mesi”

Pubblicato:04-03-2022 11:30
Ultimo aggiornamento:04-03-2022 12:04
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ROMA – “L’Italia è l’unico Paese europeo ad avere avuto uno stato d’emergenza, anzi due, uno per il Covid e l’altro per l’Ucraina/gas”. Per l’Associazione Innovazione e trasparenza, questa situazione non è accettabile. Non ha fondamento giuridico e richiede una seria presa di posizione da parte di politici, intellettuali, imprenditori, sindacati, cittadini. Visione condivisa anche dall’Associazione nazionale operatori e responsabili della custodia di contenuti digitali (Anorc). Tanto più che lo stato di emergenza per l’Ucraina sarà in vigore sino alla fine di quest’anno, quindi a ridosso della campagna elettorale, il che stona anche emotivamente.

“Abbiamo quindi due stati di emergenza, per un totale di 26 mesi, un Parlamento che è di fatto stato privato di ogni prerogativa, l’avvio di un progetto ciclopico di Pnrr, senza che si conosca alcun dettaglio operativo, dal momento che la linea del Governo è di comunicare solo decisioni (quando vengono assunte), ma senza condividere i processi decisionali – sostiene l’Associazione, presieduta da Francesco De Leo Kaufmann – E tutto questo senza che vi sia la benché minima considerazione critica dei partiti. Verrebbe anche voglia di chiedersi dove siano finiti costituzionalisti, giuristi, osservatori politici, mentre si registra un’azione narcotizzante dei media, pressoché privi di alcuna voce critica. C’è qualcosa che non va”.

Ne è convinto anche l’avvocato Andrea Lisi, presidente di Anorc, particolarmente preoccupato per il modo in cui il Governo si muove in deroga al dettato costituzionale e per l’assordante silenzio della classe intellettuale (info: https://fb.watch/bwHuH8IdFn/).


Per Innovazione e Trasparenza, “la dichiarazione dello stato di emergenza decisa dal Governo lo scorso lunedì lascia interdetti. È stato formalmente varato per la guerra in corso in Ucraina, prevedendo tre punti: l’invio di soldati e mezzi militari sul fronte orientale della Nato, lo stanziamento di fondi per gli aiuti umanitari in Ucraina, il rafforzamento dell’Unità di Crisi del Ministero degli Esteri per la tutela degli italiani all’estero”.

Si tratta di certo di iniziative tutte encomiabili, ma con una scadenza al 31 dicembre 2022 che non trova giustificazioni (la guerra potrebbe infatti finire anche tra pochi giorni o poche settimane). E allora si scopre che nelle decisioni del Governo vi è una parte, a cui i media non hanno dato alcuna diffusione, dedicata al rischio imprevisto per “il normale funzionamento del sistema nazionale di gas naturale”. A tal proposito, viene autorizzato in anticipo l’utilizzo di misure di aumento dell’offerta e/o riduzione della domanda di gas previste in casi di emergenza. Tale norma permette di ridurre – qualora fosse necessario – la riduzione del consumo di gas nelle centrali elettriche oggi attive e per questo sono stati già indicati una serie di compiti a Terna S.p.A., in qualità di gestore della rete di trasmissione nazionale.

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Avremo quindi forniture di gas incerte e potremmo essere obbligati a patire il freddo del prossimo inverno. Si temono forse situazioni critiche di ordine pubblico? Non lo sappiamo, ma di certo – conclude sempre la nota – lo scenario è inquietante, le decisioni del Governo non confortano affatto e il silenzio delle forze politiche presenti in Parlamento non promette niente di buono.

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