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Flash mob contro la violenza sulle donne: uomini in mascherina rossa

Anche Fratoianni e Calenda all'iniziativa di 'Liberare Roma'

Pubblicato:04-03-2021 17:48
Ultimo aggiornamento:05-03-2021 14:30

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ROMA – Uno, due, dieci, venti, cinquanta. Attraversano piazza San Silvestro silenziosi, in fila indiana, con le mascherine prodotte a Casal di Principe dalla cooperativa E.V.A., in prima linea da anni nella lotta alla violenza maschile contro le donne. ‘Voglio presidi territoriali contro la violenza di genere‘, si legge sui cartelli che tengono in mano, ‘Se uccido non è amore‘. E poi ‘Alzo la guardia, non le mani’. Sono gli uomini stavolta a prendere parola contro la violenza di genere e i femminicidi, col flash mob lanciato nella Capitale da Liberare Roma sulla scia di quello organizzato qualche giorno fa a Biella da Ars Teatrando. Lì in scarpe rosse, in mascherina rossa qui a Roma, a pochi passi dal Parlamento, qualche strada più in là da Trinità dei Monti, dove ‘Basta ai femminicidi’ venerdì scorso lo avevano gridato le attiviste di Non Una Di Meno, con il flash mob di lancio dello sciopero transfemminista dell’8 marzo.

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Occupano la piazza per dieci minuti, a distanza di sicurezza, almeno una cinquantina, uomini di tutte le età. A guidare l’azione il presidente del Municipio VIII e portavoce di Liberare Roma, Amedeo Ciaccheri, assieme a Gianluca Peciola. Poi arrivano alla spicciolata il segretario nazionale di Sinistra Italiana e deputato Nicola Fratoianni, il leader di Azione e candidato a sindaco di Roma, Carlo Calenda, il consigliere del Pd capitolino Giovanni Zannola. Nessun intervento, solo due letture. La prima, uno stralcio da ‘No. Del rifiuto e del suo essere un problema essenzialmente maschile’ di Lorenzo Gasparrini, letto da Peciola. La seconda, a chiudere il flash mob, da ‘#Odio: Manuale di resistenza alla violenza delle parolé di Federico Faloppa, letta da Ciaccheri.

“Se non iniziamo a fare qualcosa anche noi non basta la forza delle donne. La presa di parola degli uomini è tardiva, doveva essere fatto tanto e prima. Speriamo che da adesso in poi la situazione cambi“, spiega all’agenzia di stampa Dire Andrea. “Non si può non stare qui e protestare per questo problema che affligge una parte degli uomini- continua Fulvio- La parte buona sta qui e vuole stare accanto alle donne, perché dobbiamo interrogarci tutti”. Una “battaglia culturale che riguarda anche gli uomini” secondo Massimiliano di Liberare Roma, che per avviare il cambiamento propone di partire dai più piccoli: “Io ieri ho detto a mia figlio perché venivo qui. Gli ho detto che la violenza sulle donne è la forma più bastarda e infame di vigliaccheria. È la mia piccola parte”.


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