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Emilia-Romagna rossa ma via libera ai cacciatori: esplode la polemica

La consigliera regionale ex M5s Giulia Gibertoni chiede alla giunta è di ritirare l'ordinanza ritenendo "non congrua la giustificazione per ridurre gli incidenti provocati dalla fauna selvatica"

Pubblicato:04-03-2021 12:32
Ultimo aggiornamento:04-03-2021 12:32
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cacciatore caccia fucile bosco
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BOLOGNA – Ci si può muovere da casa solo in caso di “necessità”, però via libera ai cacciatori. Per questo, dopo l’istituzione delle zone rosse a Bologna e Modena e restrizioni arancione ‘scuro’ in altre province, è polemica sulla libertà di movimento confermata per i cacciatori impegnati nelle attività di “selezione” nei confronti dei cinghiali, con l’intento di ridurre i danni alle culture.

A sollevare il caso è la consigliera regionale ex M5s Giulia Gibertoni. La sua richiesta alla giunta è di ritirare l’ordinanza che consente “ampia libertà di azione e movimento all’attività venatoria di selezione”. Questo, spiega nell’interrogazione, “al fine di non creare problemi aggiuntivi di sanità pubblica, non necessari in questo momento, oltre che la giusta percezione, nei cittadini dell’Emilia-Romagna, che ci siano categorie che possano godere di immotivati trattamenti di maggiore riguardo, riservando le risorse, anche giuridiche, della Giunta regionale a ricercare le possibili eccezioni, esercitabili in condizioni di assoluta sicurezza, a favore delle generazioni più giovani, già pesantemente colpite e dei soggetti più fragili in generale”.

L’ordinanza del presidente della Giunta varata il 3 marzo, cita Gibertoni, afferma che “a far data dal 4 marzo 2021 è consentito, sia in situazione di scenario di elevata gravità e di un livello di rischio alto (‘zona arancione’) sia di massima gravità e di un livello di rischio alto (‘zona rossa’), lo svolgimento dell’attività venatoria di selezione e le attività di censimento ad essa connesse”, ponendo come unico limite, evidenzia la consigliera, il confine regionale “permettendo così ai cacciatori di percorrere decine o centinaia di chilometri”.


Gibertoni conclude scrivendo che mentre i cittadini vengono limitati negli spostamenti, “appare non congrua la giustificazione per ridurre gli incidenti provocati dalla fauna selvatica“. Nella risposta a una interrogazione della stessa Gibertoni, l’assessore Corsini, nel settembre 2020, aveva detto che negli incidenti il “coinvolgimento di animali selvatici, che hanno comportato danni alle persone, è veramente esigua sulla base dei dati Istat relativi agli ultimi cinque anni”.

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