Trump sta con Netanyahu e blocca i fondi all’Unrwa

Le decisioni, secondo funzionari della Casa Bianca, dovrebbero essere annunciate oggi dal presidente americano

Pubblicato:04-02-2025 11:34
Ultimo aggiornamento:04-02-2025 11:35

netanyahu
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ROMA – Rottura con il Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani e blocco a tempo indefinito dei finanziamenti a Unrwa, l’agenzia Onu che supporta i profughi palestinesi in Medio Oriente: le decisioni, secondo funzionari della Casa Bianca, dovrebbero essere annunciate oggi dal presidente americano Donald Trump.

L’occasione, stando alle anticipazioni, sarà il suo incontro a Washington con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Trump ha una posizione di supporto nei confronti di Tel Aviv, non meno di quella assunta dal suo predecessore Joe Biden. Nei giorni scorsi l’ambasciatore israeliano presso l’Onu, Danny Danon, ha espresso soddisfazione per le mosse previste degli Stati Uniti e ha accusato il Consiglio per i diritti umani di “promuovere un antisemitismo estremo”. Il diplomatico ha anche sostenuto che l’Unrwa “ha perso il suo status di organizzazione umanitaria indipendente ed è diventata un’organizzazione terroristica controllata da Hamas”.

Tesi, queste, sostenute da Tel Aviv ma non condivise a livello internazionale. Il Consiglio per i diritti umani pubblica periodicamente rapporti Paese per Paese dedicati al rispetto delle libertà e garanzie democratiche, individuali e collettive. Ad agosto l’esame riguarderà gli Stati Uniti.
Diverso il ruolo di Unrwa, che ha responsabilità di carattere umanitario e sociale. Già dal gennaio 2024 l’agenzia è colpita da un blocco dei fondi americani. Lo stop dovrebbe proseguire fino al marzo prossimo ma, se fossero confermate le anticipazioni di oggi, sarebbe destinato a continuare ancora.


Il commissario generale di Unrwa, Philippe Lazzarini, ha denunciato “una feroce campagna di disinformazione” volta a “far apparire l’agenzia come un’organizzazione terroristica”. Tra i compiti dell’agenzia rientra il supporto alle persone palestinesi costrette a lasciare le proprie case o rimaste senza mezzi di sostentamento durante l’offensiva militare di Israele nella Striscia di Gaza. In 15 mesi bombardamenti e incursioni hanno provocato più di 47mila morti.

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