El Salvador apre la sua “mega-prigione” ai condannati degli Stati Uniti. A pagamento

Il "Cecot" fu inaugurato nel 2023 a Tecoluca dopo l'avvio della repressione contro le "maras" Ms-13 e Barrio 18. Può ospitare circa 40mila detenuti ed è considerato tra i più grandi al mondo

Pubblicato:04-02-2025 10:23
Ultimo aggiornamento:04-02-2025 14:31

carcere el salvador
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ROMA – El Salvador è pronto a ospitare nelle sue prigioni persone condannate al carcere negli Stati Uniti, anche con passaporto nordamericano: ad annunciarlo è stato il presidente Nayib Bukele, riferendo che la disponibilità sarebbe a pagamento, ma con una tariffa “relativamente bassa”.

Il capo di Stato ha fatto riferimento a un penitenziario specifico, definito “mega-prigione” e noto con l’acronimo Cecot: inaugurato nel 2023 nella località di Tecoluca dopo l’avvio di una campagna di repressione e arresti contro le “maras” Ms-13 e Barrio 18, può ospitare circa 40mila detenuti ed è considerato tra i più grandi al mondo.

In un post diffuso sulla rete sociale X, Bukele ha scritto: “La tariffa sarebbe relativamente bassa per gli Stati Uniti, ma significativa per noi, tanto da rendere sostenibile l’intero nostro sistema carcerario”.
L’offerta del presidente è stata confermata dal segretario di Stato americano Marco Rubio, in visita in questi giorni a San Salvador. Il dirigente ha detto che il governo locale è pronto ad accogliere “criminali pericolosi” e al riguardo si è detto “profondamente grato”. Rubio ha aggiunto: “Nessun Paese ci ha mai fatto un’offerta di amicizia come questa”.


Quarantatré anni, una carriera tra business e politica, Bukele è stato eletto alla massima carica una prima volta nel 2019 e confermato lo scorso anno. Un passato nell’ex formazione guerrigliera Frente Farabundo Martí para la Liberación Nacional (Fmln), ha poi fondato un suo partito, Nuevas Ideas, liberista in economia e conservatore sul piano dei rapporti sociali.

Secondo stime rilanciate a livello internazionale, l’offensiva contro le gang avviata dal governo di Bukele ha portato ad almeno 75mila arresti. La campagna ha alimentato critiche da parte di alcune organizzazioni non governative rispetto alla tutela dei diritti umani e delle garanzie della difesa.

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